la protesta

Presidio dei lavoratori del Muse, Fp Cgil: «Diritti calpestati»

"Da anni didattica, biglietteria e prenotazioni, al Muse, sono affidati a personale assunto da cooperative, in appalto. I loro diritti alle ferie e alla fruizione dei permessi continuano a essere calpestati” spiega il sindacato



TRENTO. "Da anni didattica, biglietteria e prenotazioni, al Muse, sono affidati a personale assunto da cooperative, in appalto. I loro diritti alle ferie e alla fruizione dei permessi continuano a essere calpestati, nel rimpallo delle responsabilità tra il museo e le cooperative. Il partecipato presidio di questa mattina (9 giugno) ha messo in luce il diffuso malessere di tanti lavoratori".

Lo afferma la Fp Cgil del Trentino, in occasione del presidio di protesta organizzato fuori dal museo.

"Il primo appalto è del 2018 e, da allora, 120 professionisti si sono dimessi per l'inconciliabilità del lavoro con la vita extralavorativa. Le problematiche sono molte: ad iniziare dal mancato riconoscimento dell'indennità di appalto. Inoltre, tutti i contratti continuano a non indicare alcun orario di lavoro, come impone la legge", spiega la sindacalista Roberta Piersanti.

"Le cooperative coinvolte - informa il sindacato - sono Csv (subentrata alla fallita Mimosa Sc), Socioculturale Sc e Coopculture Sc. I lavoratori sono tutti part time, ma, secondo i rappresentanti di categoria, i turni vengono imposti sull'intera giornata, con una reperibilità di fatto e totale, mentre succede anche che i lavoratori vegano messi in ferie a loro insaputa”. 

Turn over altissimo e condizioni non più sostenibili: la protesta dei lavoratori del Muse

Turn over altissimo, nessuna certezza su turni e ferie, contratti che sarebbero addirittura fuori legge: al Muse va in scena la protesta dei molti addetti impiegati nel museo, fiore all’occhiello di Trento, attraverso delle cooperative.













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona