Polemica sui profughi Galantino dà forfait
Il segretario della Cei rinuncia alla lectio degasperiana a Pieve Tesino Ma accusa: «La politica di oggi? Un piccolo harem di cooptati e furbi»
TRENTO. La sua lectio affidata al presidente della Fondazione Degasperi Giuseppe Tognon. A sorpresa il segretario generale della Cei Monsignor Nunzio Galantino ha scelto di non essere presente ieri alla lectio degasperiana a Pieve Tesino, dov’era atteso dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi sui profughi («Contro i migranti piazzisti da quattro soldi») che hanno scatenato la durissima reazione della Lega Nord («I vescovi non rompano le palle ai sindaci», ha detto il segretario Matteo Salvini). Una scelta, quella del vescovo, motivata dalla volontà di «non alimentare ulteriori polemiche».
«Mi sono convinto che la disponibilità a fare un passo indietro a volte sia la via migliore affinché alcune idee di fondo e alcuni valori si accreditino, puntando ad affermarsi», ha spiegato ieri Galantino in una nota diffusa in tarda mattinata dove ha spiegato la scelta di non partecipare all’evento pubblico su Alcide Degasperi. «Questa fiducia è rafforzata dalla consapevolezza che, se con parole forti ho potuto urtare la sensibilità di qualcuno, l'ho fatto per un'istanza che continuo a credere esclusivamente evangelica». «Raggiungo i membri della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi con un saluto cordiale, che estendo a tutti i partecipanti alla Lectio di quest’anno. L’invito rivoltomi , e da me volentieri accolto - ha scritto il segretario della Cei - mi ha offerto la significativa opportunità di riprendere tra le mani alcuni scritti del nostro grande statista e di poterli rileggere alla luce del momento storico che stiamo vivendo: un momento davvero gravido di nuove e ampie possibilità per la società civile come per quella ecclesiale. Vi metto a disposizione il testo che per questa solenne occasione ho maturato. Mi scuso con ciascuno di voi se questa sera non sono a presentarvelo di persona, come pur sarebbe giusto. La scelta di affidarlo al Prof. Giuseppe Tognon l’ho soppesata con cura al fine di evitare, con la mia sola presenza, di contribuire a rafforzare polemiche o anche semplicemente di allontanare il momento del rasserenamento di un clima invano esasperato».
Pur decidendo di non essere a Pieve Tesino, monsignor Galantino conferma in toto la linea espressa sull’accoglienza dei migranti: «Nessun politico dovrebbe mai cercare voti sulla pelle degli altri e nessun problema sociale di mancanza di lavoro e di paura per il futuro può far venir meno la pietà, la carità e la pazienza». Severissimo il giudizio sulla politica: «La politica di Alcide De Gasperi - scrive - non è quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all'interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi». «I veri politici - sottolinea il segretario della Cei - segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva si possono percepire grandezze e miserie dell'umanità». Forte il monito al rispetto del parlamento: «Mai Degasperi ha ceduto alla tentazione di coartare il Parlamento, che era la sede in cui egli pretendeva il rispetto e in cui poteva riconoscere alle opposizioni il ruolo che meritavano». Il segretario dei vescovi italiani ha parlato anche della Chiesa, che «non ha bisogno di diplomazie esclusive, ma di uno spirito evangelico, come Papa Francesco non si stanca di ricordarci». «Che cosa saremmo noi vescovi italiani senza l'Italia? La nostra missione non può essere disgiunta dal destino di questo nostro Paese, a cui siamo non solo fedeli, ma servitori. Ciò significa allora che il Papa, i vescovi e i presbiteri hanno bisogno di essere inseriti a loro volta in una comunità impegnata e solida che li ascolti, certo, ma anche che li aiuti e li sostenga». E sui cattolici: «Pensiamo spesso che il buon cattolico sia un uomo a metà, una via di mezzo tra gli ambiziosi e i disperati e non è vero. Pensiamo che un cattolico sia un uomo con il freno a mano, che non possa godere del successo della scienza o dei frutti della ricchezza, ma sono bestemmie perché non c'è nessun motivo che ci spinga a rinunciare ad offrire al Signore il meglio dell'intelligenza e dello sviluppo economico e tecnologico». Nonostante la defezione del relatore, erano oltre 350 le persone ieri a Pieve. Tante le autorità presenti accanto alle figlie dello statista Paola e Cecilia Degasperi, dal vescovo di Trento Luigi Bressan al vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, l’assessore Luca Zeni, i presidenti del consiglio regionale Chiara Avanzo e del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, l’onorevole Lorenzo Dellai, consiglieri provinciali, il commissario del governo Francesco Squarcina, rappresentanti delle forze dell’ordine, il presidente della Comunità di valle Attilio Pedenzini, i tre sindaci del Tesino e vari sindaci della Valsugana.
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