«Supermercati, sfruttamento anche in Trentino: paghe da 6 euro l’ora»
La Filcams Cgil dopo l’indagine milanese sul caso Aspiag: «Sempre più lavoratori si rivolgono a noi per paghe da fame»
L’INDAGINE. Aspiag, nel mirino i “serbatoi di manodopera”
TRENTO. "L'indagine della magistratura milanese sul caso Aspiag non solo indigna per il sistema di sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori che emerge, ma purtroppo, impone di guardare con disincanto la realtà e prendere atto che spesso anche dentro i perimetri della liceità dietro esternalizzazioni e appalti nella grande distribuzione anche nella nostra provincia c'è un sistema di sfruttamento della manodopera che si basa sull'applicazione di contratti con paghe orarie da fame che in molti casi non vanno oltre i 6 euro lordi all'ora".
A denunciarlo è il segretario della Filcams del Trentino, Luigi Bozzato, sottolineando che negli ultimi mesi sono stati diversi gli addetti di cooperative che operano nell'ambito dei servizi di sicurezza o di sistemazione merci sugli scaffali di noti marchi della grande distribuzione anche in Trentino che si sono rivolte al sindacato per raccontare situazioni di lavoro povero e poverissimo.
"Grandi marchi nazionali hanno appaltato a società terze marchigiane, lombarde e venete servizi accessori e, al solo scopo di contenere il costo del lavoro, si disinteressano totalmente della tipologia dei contratti applicati. Abbiamo riscontrato contratti Anpit Cisal e Ugl. Si tratta di accordi contrattuali che pagando pochissimo i lavoratori e le lavoratrici non solo "sfruttano" il lavoro, ma esercitano anche una scorretta pratica di dumping contrattuale ai danni delle altre imprese. Tutto questo purtroppo nel settore, in Trentino come nel resto d'Italia, non è un'eccezione".
"Proprio perché queste scelte danneggiano anche le imprese commerciali più virtuose il sindacato sollecita i datori di lavoro ad essere trasparenti dando evidenza delle esternalizzazioni che mettono in atto su pulizie, controllo accessi, il rifornimento serale degli scaffali. "Portare allo scoperto queste situazioni non è utile solo per chi subisce questi trattamenti, da nostro punto di vista non rispettosi della dignità di chi lavora, ma per le stesse aziende", conclude Bozzato.