Mart, a ottobre arriva Antonello da Messina
Il genio del Rinascimento protagonista della mostra d’autunno al Museo di Rovereto. Il costo? Novecentomila euro
TRENTO. Il genio rinascimentale di Antonello da Messina che invade le sale del contemporaneo. E a fare da contrappunto uno sguardo sui ritratti di oggi che è anche una riflessione sull’Altro inteso come altro da sè. Uscito dal suo anno nero, con l’emorragia di finanziamenti e di visitatori (-50% nel 2012) che lo ha fatto precipitare nelle classifiche internazionali, il Mart di Rovereto guarda al futuro e rilancia, offrendo per l’autunno una doppia mostra di sicuro richiamo. Mentre il ministro dei beni culturali Bray sottolinea con apprezzamento il ricorso del museo presieduto da Franco Bernabè alle risorse dei privati. E ribadisce che è questa «la strada da seguire, un esempio per altre realtà».
In collegamento c’è Salvatore Settis (membro del consiglio scientifico del Mart) che riporta il discorso sulle questioni nazionali e sulla delicata situazione dei musei del contemporaneo.«Le sfide che il Mart sta affrontando sono un po’ il concentrato delle sfide dei musei e dei beni culturali a livello nazionale e non solo», dice citando Seneca («Nessun vento è favorevole se non sai dove andare») e sottolineando l’importanza del progetto. «Oggi il vento è molto sfavorevole perciò è più che mai importante avere chiarezza di obiettivi, è quello che auguro al Mart e anche al ministro Bray». Mentre il ministro ammette l’ansia legata all’incertezza di durata del suo mandato («Personalmente ho questa ansia di progettare quando non so se resterò due mesi o di più, non è facile progettare qualcosa con questo tempo breve»).
Costata intorno ai 900 mila euro, la rassegna dedicata al grande Antonello da Messina (così pure come l’Altro Ritratto) aprirà le porte al pubblico il 5 ottobre e si potrà visitare fino al 12 gennaio 2014. Di richiamo i grandi prestiti internazionali, come sottolinea la direttrice del Mart Cristiana Collu, con l’atout di opere che mancavano persino nell’imponente retrospettiva romana di Palazzo delle Esposizioni, come Il Ritratto d’uomo appena restaurato e prestato dal Philadelphia Museum of art, il Salvator Mundi della National Gallery di Londra, la Madonna Benson che arriverà dalla National Gallery di Washington. «Avvicinare antichità e contemporaneo non è un’idea nuova ma funziona», fa notare Ferdinando Bologna curatore della sezione dedicata ad Antonello da Messina. Il senso «è quello di un confronto fra due incontri con la realtà avvenuti in tempi diversi», spiega. Ma anche un modo per recuperare il senso della storia, riproporlo come radice di ciò che siamo, «Antonello non è solo un pittore di ritratti. E un pittore di tutto» che con i suoi quadri racconta dunque qual’era la visione del mondo al culmine del Rinascimento.
Il progetto, curato con Federico De Melis, propone quindi un’indagine sulla figura del grande pittore del Quattrocento e del suo tempo , attraverso lo studio degli intrecci storico artistici e delle controversie ancora aperte. Curata dal filosofo Jean Luc Nancy, esponente del pensiero post decostruzionista da sempre interessato al discorso del ritratto e della reciprocità dello sguardo fra soggetto e spettatore, la seconda rassegna, L’altro ritratto, torna al contemporaneo con un’esplorazione che comprende tutte le tecniche artistiche, dalla pittura al video, e intreccia diverse generazioni. Un percorso che parte dai grandi ritrattisti , italiani e stranieri, del Novecento come Vito Acconci, Alberto Giacometti, Gerard Richter, Lucien Freud, Francesca Woodman, Giulio Paolini, Thomas Ruff, Shizuka Yokomizo sino ai lavori più recenti di Jeff Wall, Mark Lewis, Barbara Probst, Margot Quan Knigt, passando per le sperimentazioni di Douglas Gordon e Fiona Tan.
Per il Mart non finisce qui: in progetto per l’autunno, in previsione del centenario che ricorre nel 2014 anche una mostra sulla Grande Guerra, aperta dal 4 ottobre al 24 maggio. E sabato 19 ottobre riapre la Galleria Civica di Trento, la cui gestione è stata affidata proprio al museo diretto da Cristina Collu.