Il «Franco del Forst» lascia il timone

La casa madre ristruttura e rilancia la birreria. Un «viaggio» di 33 anni


Luca Marognoli


TRENTO. Il Forst cambia pelle. Nuova gestione, rinnovo completo del locale, rilancio della birreria. Una svolta che la casa madre di Foresta, in Alto Adige, vorrebbe mettere in atto entro fine anno, per uniformare il celebre ristorante - pizzeria di via Oss Mazzurana al "format" degli altri locali della catena. Ma il nuovo corso vedrebbe uscire di scena Franco Oppici, che da 33 anni ne è il volto e l'anima.

Lui che dopo essere stato cameriere tra quelle mura piene di simboli sudtirolesi ma dall'identità fortemente tridentina, prese le redini del Forst nel 1978 (con l'imprenditore Eugenio Zadra di Cles) facendone un "affare di famiglia", nel senso buono del termine, con la moglie Bruna e le due figlie Maria e Serena ad affiancarlo per vent'anni tra i tavoli e alla cassa. Un tempio della tradizione (dove mangiare strangolapreti, stinco, goulash e wurstel, ora come allora), ma che ha saputo assecondare il mutare dei tempi, divenendo una delle prime pizzerie della città nei primi anni Sessanta, dopo il bar Commercio di La Manna, in via Mantova, e i Due Giganti di via del Simonino. Ma al Forst è passata anche una parte importante della storia della città, da Rostagno con i leader della Sociologia sessantottina a Dellai che, leggenda vuole, avrebbe dato i natali alla sua Margherita proprio in quelle sale affrescate e dalle travi di legno scuro.

Sapeva che avrebbe dovuto farsi da parte, Oppici, ma qualche anno ancora l'avrebbe fatto. Eccome. Troppo forte il richiamo di quella che per lui è come una seconda casa, tanto che dopo essersene andato nel 2000 assieme "alle sue donne", era subito rientrato dalla finestra perché aveva capito che l'orto e la poltrona a Fraveggio potevano aspettare ancora un po'. Era restato con un ruolo di supervisore, se così si può dire, affiancato dall'impeccabile braccio destro Simone Babic e da una squadra di grande professionalità e fedeltà, con personaggi come Eddy, Claudio, Tamara e Valeria che per i clienti affezionati sono diventati volti familiari.

Cosa è cambiato? La scadenza del contratto ha fornito l'occasione alla terza generazione dei von Mannstein di Foresta per riavvicinare Trento allo stile dei locali Forst altoatesini, dove oltre ai piatti della tradizione riveste un ruolo importante il core business, cioè la birra. Una specie di franchising, con standard e regole determinate dalle quali in via Oss Mazzurana si erano un po' allontanati, privilegiando la ristorazione con una varietà di menù in grado di soddisfare non solo i turisti in cerca di atmosfere sudtirolesi ma anche la clientela degli uffici e delle famiglie trentine. Anche le condizioni economiche sarebbero cambiate, tanto che Oppici avrebbe deciso di lasciare, considerando anche il peso che una gestione completamente nuova rappresenterebbe per lui, glorioso timoniere di 73 anni.

La notizia, che ha iniziato a circolare tra i clienti, sta causando grande rammarico. C'è il timore di non rivedere più arrivare al proprio tavolo per le "comande" quei personaggi con le loro battute, i loro tic e le loro confidenze. Anche uomini politici e dell'economia che frequentano da sempre il Forst avrebbero espresso preoccupazione e solidarietà a Franco e al suo staff.

Per il "dopo" si parla di una gestione affidata comunque ad un gestore trentino. Il nome che circola con più insistenza è quello di un noto ristoratore che dalla periferia potrebbe allargare il suo raggio di azione al "salotto buono" della città. Non resta che attendere gli sviluppi. Ma se davvero Oppici appenderà il menù al chiodo (conoscendolo non è detta l'ultima parola), aspettatevi un autunno di folla in via Oss Mazzurana. Una folla di amici che verranno in processione a dare una pacca sulla spalla al "Franco del Forst". Magari per augurargli di intraprendere presto una nuova avventura.













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