«Il Festival? Sempre aperto a tutte le voci» 

Rossi respinge al mittente le accuse del leader leghista Salvini che aveva parlato di «vergogna» per l’intervento di Soros



TRENTO. «Il Festival dell’Economia ha sempre fatto sentire tutte le voci». Il presidente Ugo Rossi, che ha confermato il contratto con gli organizzatori della manifestazione per un anno, almeno, in attesa dell’esito delle elezioni, ieri ha difeso il Festival dagli attacchi provenienti da destra, e soprattutto dal leader della Lega Matteo Salvini che hanno considerato vergognoso l’aver invitato il finanziere George Soros che dal palco del Teatro Sociale ha sparato a zero proprio sul neo ministro dell’Interno. Rossi ha ricordato che anche in questa edizione sono stati invitati gli esponenti del nuovo governo, a partire dal premier Conte e ha respinto al mittente l’invettiva di Salvini che aveva pronunciato la parola vergogna: «Il Festival si è sempre distinto per aver sempre invitato personalità, anche con responsabilità politiche, di diversa appartenenza. E’ accaduto anche quest’anno, ma è chiaro che la coincidenza con il giuramento ha impedito la presenza di rappresentanti del governo. Non credo che ci sia la necessità pronunciare la parola vergogna. Ormai le parole abbondano come abbondano i tweet o i commenti più o meno fuori le righe. Viviamo in quest’epoca. Io continuo a pensare che ci si possa esprimere anche in modo diverso».

Il presidente della Provincia spiega anche perché il Festival è stato confermato solo per un anno: «Di solito il contratto con gli organizzatori viene confermato ogni tre anni. Quest’anno con Giuseppe Laterza abbiamo detto: comunque facciamo in modo che sopravviva in attesa delle elezioni. Poi ci sarà la possibilità di riallargare il periodo. Chiunque ci sarà. Noi lo confermeremo comunque».

Poi Rossi ricorda che il Festival è un evento che porta Trento sulle prime pagine dei giornali per quattro giorni: «E’ un investimento che solo in termini di titoli e di passaggi televisivi ha un ritorno incalcolabile».

Alle accuse di chi dice che il Festival è di parte, sia dal punto di vista economico che politico, il governatore risponde con i fatti: «In questa edizione tra gli economisti invitati ce n’erano due che erano nella possibile lista dei ministri voluti da Luigi Di Maio. E’ venuto Brunetta, sono venuti altri esponenti dell’economia liberale. Io stesso ho chiesto più volte a Fraccaro se riusciva a fare il miracolo di portare Di Maio perché sarebbe stato importante avere il nuovo ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Il ministro Tria l’ho invitato e, ovviamente non poteva per ovvi motivi. Però anche dal punto di vista scientifico posso dire che ci sono stati studiosi di tutte le scuole economiche. Non c’è nessuna impostazione preventiva. Il Festival è un’occasione per fermarsi a riflettere su quello che sta accadendo dal punto di vista economico e non ha preconcetti».

Qualcuno, però, ricorda che gli economisti critici sull’Euro e i suoi effetti, come Paolo Savona o Giulio Sapelli o quelli ancora più duri come i leghisti Bagnai e Borghi non abbiano mai partecipato al Festival. Anche per questo alcuni parlamentari trentini del centrodestra hanno invitato a cambiare impostazione. (u.c.)













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