Fugatti: «10 anni di residenza per servizi e case popolari» 

L’assist del governo sul reddito di cittadinanza è colto al volo dall’esecutivo provinciale: «Ora non è più un tabù visto che Roma ha fatto il primo passo. Valutiamo dove intervenire»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. La giunta Fugatti valuta l’ introduzione del vincolo di dieci anni di residenza in Trentino per poter accedere a servizi e a welfare. Tutti, case popolari in testa, non solo al reddito di garanzia. Chiaro come il sole che l’assist alla Provincia sia arrivato da Roma, dalla decisione del governo gialloverde legata al reddito di garanzia: «Diciamo che ora non è più un tabù parlarne. A farci rimanere legati al limite massimo di tre anni di residenza erano sentenze della Corte costituzionale, decisioni dell’Europa. Adesso che è lo Stato ad introdurre i dieci anni, noi ne prendiamo atto, saranno loro a dover fronteggiare eventuali ricorsi. Noi valutiamo dove e come innalzare questo limite, come dovremo valutare se cambiare il metodo di valutazione dall’Icef all’Isee. Come calibrarlo. Sono valutazioni che faremo» ha chiosato il presidente al termine della lunga giornata chiusi in conclave con la giunta e tutti i dirigenti generali nella sede del vivaio provinciale, al Casteller.

La riunione programmatica dell’esecutivo è appuntamento previsto per legge e carne al fuoco ne è stata messa tantissima. Un appuntamento legato a doppio filo con le notizie in arrivo da Roma. Non solo sulle novità introdotte dal reddito di garanzia: «Ma anche sul fatto che il Pil crescerà meno di quello che si prevedeva, con un calo dall’1 allo 0,6% e, visto che è la seconda volta che si osserva, tecnicamente ci troviamo di fronte ad una possibile recessione. É vero - ha osservato Fugatti - che il momento attuale è caratterizzato da una certa positività, ma le previsioni che riguardano l’economia internazionale e italiane non sono rosee. Occorre quindi muoversi in previsione di un rallentamento generale. Dobbiamo partire da oggi con una politica “anticiclica” e attivare politiche di investimento il più possibile flessibili e di impatto nel breve periodo. In questa partita entrano le risorse che riguardano le azioni di ricostruzione dai danni del maltempo. Sono avvenimenti che ci hanno convinto che si debba lavorare di più e meglio per tutelare il paesaggio nell’ottica di renderlo più sicuro. C’è molto da fare e, per tanti motivi, su questo aspetto si è un po’ frenato nel passato. Ora la necessità di fare investimenti e quello di mettere in sicurezza il territorio sono aspetti che vanno di pari passo».

«In linea generale - ha chiosato Fugatti - per costruire il programma di sviluppo provinciale manterremo centrale il tema dell’Autonomia, a partire da quello della stabilità finanziaria, per questo è continua l’interlocuzione con il governo e con le strutture statali per affrontare le necessità determinate dalle nostre prerogative. Tra non molto provvederemo alle nomine per la Commissione dei 12. Molte le priorità a partire dai temi legati allo sviluppo economico, ma anche dalla soluzione delle molteplici criticità manifestate dalla società trentina».

Tra questi aspetti problematici, ed il tema è stato poi toccato dall’assessore Mario Tonina, vi è quello della natalità: «Che va di pari passo con quello dello spopolamento della montagna. Se si va avanti così e non si pongono in campo dei correttivi in certe località, tra qualche anno, non resteranno nemmeno i sindaci, visto che è un ruolo rischioso e difficile. E il calo della natalità si basa su cifre molto crude: avevamo 5 mila e 500 nati anni sino a dieci anni fa. Ora sono solo quattromila».













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