tecnologia

Fbk trasforma la voce in telecomando

Domotica, il progetto si è già tradotto in un prototipo e piace alla Commissione europea: «Un progresso eccellente»



TRENTO. Basta un comando, impartito a voce e si può aprire una porta o una finestra, accendere la luce, alzare e abbassare la temperatura, avviare la riproduzione di un brano musicale. È di grande utilità per chi è colpito da disabilità motoria (ma può esserlo anche per una più vasta utenza) il progetto scientifico Dirha (Distant-speech Interaction for Robust Home Applications) coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento. Un progetto da poco giunto a conclusione, che ha riscosso un grande interesse a livello internazionale. “Progresso eccellente. Il progetto ha raggiunto pienamente i propri scopi e gli obiettivi tecnici del periodo considerato e ha addirittura superato le aspettative”, recita il report ufficiale della Commissione europea. Il prototipo realizzato permette di usare la propria voce come un telecomando per accedere a servizi e gestire i vari dispositivi presenti in una casa. Dirha utilizza una rete di microfoni distribuiti nell’ambiente in modo da captare comandi vocali, comprenderli, e poi trasmetterli ad una centralina domotica attraverso la quale viene eseguita la corrispondente azione. Il progetto, durato tre anni, è stato finanziato dall’Ue con 3 milioni e mezzo di euro, dei quali 900.000 assegnati alla Fbk, e vi hanno partecipato i centri di ricerca Athena Rc Iamu (Grecia) e Inesc-Id (Portogallo), l’Università di Graz (Austria), e le società DomoticArea (Rovereto), STMicroelectronics (Milano) e New Amuser (Torino).

Dirha può essere configurato attraverso l'impiego di microfoni tradizionali, oppure avvalendosi di microfoni Mems (microelettromeccanici) dell’ordine di grandezza di pochi millimetri, piccoli quanto basta per essere armonizzati nell’arredamento di una casa. Può essere impostato per operare 24 ore su 24, sempre in ascolto e attesa di una possibile richiesta da parte dell’utente, e senza la necessità di premere alcun tasto per la sua attivazione. È in grado di distinguere le voci degli abitanti di una casa dagli altri rumori di fondo e di interagire con l’utente attraverso un dialogo solo quando necessario, ad esempio ponendo delle domande mirate per giungere alla comprensione della richiesta.  Si può parlare a Dirha anche a una distanza di diversi metri dai microfoni e non c’è bisogno di alcuna connessione a internet, al contrario di gran parte delle soluzioni che propone il mercato e che prevedono l'accesso e la trasmissione audio ad un servizio remoto, con conseguenti possibili limitazioni in termini di privacy.

Inoltre, grazie a Dirha, più persone localizzate in diverse stanze della casa possono interagire col sistema contemporaneamente ed in modo indipendente. Al momento il prototipo funziona in italiano, tedesco, portoghese e greco e a breve è prevista la versione in inglese.













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