«Donne diacono, un passo importante»
Sono con Papa Francesco don Tisi, Wanda Giuliani del Centro Famiglia e Milena Mariani, teologa. Don Farina: «Finalmente»
TRENTO. La notizia della disponibilità di Papa Francesco all’istituzione di una commissione per aprire il diaconato alle donne, è accolta con entusiamo da alcune rappresentanti del mondo femminile impegnate in attività della diocesi e nell’insegnamento delle scienze religiose. Wanda Giuliani e Milena Mariani Puerari, interpellate su questa novità, commentano che si tratta di una cosa buona e giusta. Anche il vescovo don Lauro Tisi si dice convinto dell’importanza che si apra una riflessione sul ruolo delle donne nella chiesa. Entusiasta, don Marcello Farina, insegnante di filosofia e scrittore, che lo definisce «uno dei passaggi più belli del pontificato di Bergoglio».
L’arcivescovo parla della riflessione che da tempo è iniziata nella chiesa sul diaconato alle donne: «Non si tratta di sbandierare questa novità come acquisita - ha dichiarato - ma la necessità di dare loro uno spazio è condivisa nella chiesa, e la discussione già avviata dai Papi precedenti va in questa direzione». Wanda Giuliani, operatrice pastorale e collaboratrice del Centro Famiglia, afferma che è u na decisione importante: «Ad una domanda esplicita delle religiose, il Papa ha risposto in modo altrettanto diretto. Ora andrà formata la commissione che ha il compito di verificare se la figura delle diaconesse è compatibile con i documenti della Chiesa delle origini, che prevedeva questo ruolo. Papa Wojtyla aveva chiuso su questa ipotesi, perché la considerava il primo passo verso il sacerdozio. Si tratterà di capire quanto è vincolante questa decisione dei papi precedenti e sarà comunque un processo lungo, perché le resistenze all’interno della chiesa non mancano.Però aprire la discussione è di per se positivo e questa è una delle fughe in avanti a cui Papa Francesco ci ha abituato».
Milena Mariani Puerari, teologa, direttrice del corso di formazione dell’istituto di Scienze religiose di Fbk afferma: «Le diaconesse erano presenti nelle prime comunità cristiane, quindi ripristinare il loro ruolo nel poter celebrare i sacramenti come il battesimo, il matrimonio ed i funerali non ha niente di strano. Le donne già svolgono un ruolo importante nei servizi di carità, di assistenza ai malati, che sono i compiti che spettano ai diaconi, reintrodotti dal Concilio vaticano secondo. Il vero problema è che se le donne accederanno al primo grado dell’ordine ministeriale (al quale segue il sacerdozio e l’episcopato) come conseguenza immediata avranno anche un ruolo decisionale. In questi anni le donne hanno raggiunto un alto grado di autoconsapevolezza e questo conferirebbe loro una autorevolezza maggiore. Il loro sarebbe un ministero ordinato, che darebbe la possibilità di partecipare attivamente alle sorti della chiesa».
Don Marcello Farina, che ha sempre condiviso il pensiero di Bergoglio, anche in questo caso si schiera senza se e ma. «È il superamento della visione maschilista della chiesa, e può portare finalmente al suo ringiovanimento. Se la chiesa si muove sempre tenendo conto della tradizione, questo ruolo si rifarebbe alla posizione della chiesa delle origini».