Cristoforetti alla fine si arrende Consegnate le dimissioni a Fugatti 

Il caso degli insulti su Twitter. Il capo di gabinetto di Spinelli ha lasciato dopo un infuocato dibattito in aula Il governatore: «Prendo atto della sua sensibilità». Ghezzi (Futura) aveva pronto l’esposto da presentare in Procura



Trento. Alla fine ha ceduto. ivan cristoforetti, il capo di gabinetto dell’assessore provinciale achille spinelli, ieri sera ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente della giunta provinciale maurizio fugatti. ha mollato la presa dopo un lungo e animato dibattito che si è sviluppato per buona parte della giornata in consiglio provinciale. lo ha annunciato una scarna nota della provincia: «in serata il presidente della provincia ha ricevuto da ivan cristoforetti la comunicazione relativa alle proprie dimissioni dall'incarico di capo di gabinetto presso l'assessorato allo sviluppo economico. di tale decisione è stato contestualmente informato anche l'assessore. le dimissioni saranno formalizzate domani mattina (oggi ndr)». le dimissioni sono state rassegnate nelle mani di fugatti perché i capi di gabinetto vengono dominati con decreto del presidente. il presidente ha poi aggiunto: «prendo atto della sensibilità di cristoforetti che si è reso conto della situazione». del resto, il caso era diventato bollente e ieri pomeriggio in consiglio provinciale paolo ghezzi aveva anche annunciato un esposto. per oggi era prevista anche un’informativa in consiglio da parte dello stesso fugatti.

Cristoforetti era entrato nel mirino dopo che erano usciti alcuni suoi tweet dai contenuti sessisti, razzisti e dispregiativi nei confronti dei sindacati. contro di lui si era scatenata una vera e propria ondata di indignazione. si erano subito levate richieste di dimissioni, o di licenziamento, da più parti. ma la giunta aveva preso tempo adducendo la necessità di verificare se quei tweet li avesse scritti lui. ed effettivamente si trattava di commenti a dir poco imbarazzanti. se l’era presa con i sindacati che a suo giudizio «andrebbero eliminati per legge». poi aveva attaccato mara carfagna, così descritta: «ohibò... sono bloccato dalla mara carfagna e manco lo sapevo... peccato. l'ho sempre considerata gnocca. non intelligente o capace. ma gnocca sì». per non parlare delle sue foto postate con dietro delle donne un po’ robuste che venivano prese in giro o per cecile kyenge che veniva definita «tortellino nero».

Ieri in aula l’assessore spinelli rispondendo a due interrogazioni al question time presentate da paolo ghezzi sara ferrari aveva ammesso che quei tweet e quei commenti erano proprio farina del sacco di cristoforetti anche se erano firmati con il profilo kanalibeach: «possiamo dire che nessuno ha raccontato frottole. la giunta assumerà sul caso le proprie valutazioni e determinazioni», ha detto l’assessore interloquendo con ugo rossi. del resto aveva già risposto alle interrogazioni prendendo le distanze da cristoforetti: «non vi è da parte mia nessuna condivisione delle espressioni e delle opinioni utilizzate dal signor cristoforetti. la giunta assumerà sul caso le proprie valutazioni e determinazioni». ma spinelli aveva preso tempo su un eventuale licenziamento osservando che ogni giunta provinciale è libera di valutare. la consigliera ferrari aveva anche chiamato in causa l’assessora stefania segnana come responsabile anche delle pari opportunità. questo ha provocato momenti di tensione all’inizio della seduta pomeridiana. infatti, l’assessora segnana ha preso la parola sull’ordine dei lavori e ha iniziato a intervenire sul caso cristoforetti condannando le espressioni sessiste sui social del capo di gabinetto di spinelli. a questo punto alcuni consiglieri, tra i quali filippo degasperi e ghezzi, hanno protestato con il presidente del consiglio walter kaswalder. gli interventi di ghezzi e degasperi, però, sono stati attaccati dai consiglieri mara dalzocchio e luca guglielmi che hanno accusato i colleghi di essere sessisti. ghezzi, però, ha impugnato subito lo smartphone e ha fatto un post su facebook parlando di comportamento da bulli dei consiglieri della maggioranza e spiegando che nella sua posizione non c’era nulla di sessismo.U.C.













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