Contro la Drosophila le reti di protezione
A Vigalzano un incontro tecnico sulle misure per sconfiggere l’insetto Erano presenti un’ottantina di agricoltori del settore dei piccoli frutti
PERGINE. Dalle reti di protezione arriverà il contenimento dei danni provocati dalla Drosophila Suzukii? Pare proprio di sì, almeno secondo la Fondazione Edmund Mach che in proposito prosegue le attività di sperimentazione e ricerca per fronteggiare l’insetto che depone le uova su ciliegio, albicocco, fragola e piccoli frutti.
L’attenzione dei tecnici e dei produttori rimane alta in un’annata di grandi piogge che favoriscono lo sviluppo di questo parassita. Posizionamento delle trappole a base di aceto di mela, vino rosso e zucchero per la cattura massale, trattamenti con gli insetticidi consentiti e utilizzo delle reti anti-insetto sono al momento gli strumenti raccomandati dai tecnici per fronteggiare la problematica.
Proprio in questi giorni nella sede periferica di Vigalzano, si è svolto un incontro tecnico cui hanno aderito un’ottantina di produttori. Nell’occasione, i tecnici hanno fatto il punto della situazione, portando i produttori a visitare due aziende che hanno adottato il sistema di protezione delle reti su mirtillo. «Sono stati analizzati l’andamento climatico e i fattori che hanno determinato il livello elevato di popolazione di Drosophila che si registra in questo periodo – spiega Tommaso Pantezzi, responsabile dell’unità piccoli frutti del Centro trasferimento tecnologico - e abbiamo fornito le indicazioni per il contenimento dei danni. In particolare il sistema di difesa delle reti anti-insetto appare al momento il più efficace, una valida alternativa alla cattura massale con trappole unita ai trattamenti».
E’ stato fatto anche il punto sulla ricerca della Fondazione Mach. Nei suoi laboratori si sta sviluppando un nuovo tipo di trappola. Sono stati identificati una serie di composti attrattivi importanti per la Suzukii. Questi composti sono presenti anche nel Droskidrink, la miscela che da tempo viene utilizzata in Trentino, ma la loro quantità e l'efficacia attrattiva può essere notevolmente aumentata modificando la componente microbiologica dell'innesco, ha detto Gianfranco Anfora.
Un altro settore importante è il biocontrollo. La Fondazione Mach ha individuato, prima in Europa, due specie di parassitoidi indigeni che attaccano l'ospite deponendo le uova nel suo corpo ed uccidendolo con lo sviluppo della larva a danno dei suoi tessuti. Saranno utilizzati nell’ambiente aumentandone l’efficacia negli agro-ecosistemi. (r.g.)