Cappelletti, una famiglia «speziale»
Dal capostipite Giuseppe un secolo di storia tra infusi, erbe e pozioni di gran successo
TRENTO. Ciago, fine 1800. Giuseppe Cappelletti (1880-1954) era fratello di Vigilio, Maria, Caterina, Graziano (1882-1964) e Daniele (1886-1965). Il più intraprendente della famiglia si rivela essere Giuseppe che ama i fiori e le erbe di montagna scoprendone le proprietà benefiche. Li raccoglie e li vende assieme ad altri prodotti alimentari acquistati qua e là. Nel 1906 si sposta a Trento e apre un negozio di "speziali" in via Oss Mazzurana. Lo raggiungono ben presto il fratello Graziano e la sorella Maria ed assieme costituiscono una società dietro la quale c'è sempre l'erborista Giuseppe che, sposatosi con Alice Simonini, non avrà - mancanza, come vedremo, importante - figli. Giuseppe è un'enciclopedia botanica, studia, annota, crea. E' un ricettario vivente: dalla cera per pavimenti, alle polverine per svezzare i vitellini fino all'"Acqua di Colonia per il vescovo". Negli anni Venti il negozietto di via Oss Mazzurana in casa Nicolini si fa stretto soprattutto per poter produrre i tanti infusi e pozioni "miracolose" richiesti. Piazza Fiera è il posto giusto: della casa che ospita attualmente il Baccus, dapprima Giuseppe compera il pianoterra e la cantina, poi il primo piano, poi il secondo e infine tutta la casa. E il fratello Vigilio? E le sorelle? Vigilio si trasferisce a Trieste come direttore didattico, si sposa percorrendo colà con la propria famiglia una strada tutta sua. Caterina si sposa con tal Set Dorigatti di Mezzocorona. Maria, nubile, ben presto si ritira dall'azienda e vive accanto ai genitori a Ciago dove morirà quasi centenaria. Daniele, commerciante import export, si sposa e non avrà mai contatti con l'azienda dei fratelli. Giuseppe, senza figli, nel 1954 scompare lasciando una considerevole eredità che secondo testamento viene divisa tra i tanti nipoti, gli Artigianelli e alcuni tra i più fidati collaboratori e dipendenti. Le erbe e i loro infiniti derivati sono nel Dna Cappelletti, soprattutto nel nipote Ferrante (1913-1996), figlio del fratello Graziano, che non ci pensa neanche un minuto ad abbandonare il posto sicuro alla Cassa di Risparmio per dedicarsi anima e corpo all'azienda dello zio. Ormai è lui l'erede anche morale del trio iniziale. Innamorato com'è del suo lavoro, dà all'azienda un grosso ulteriore impulso. I figli avuti con Benedetta Cappelletti (cognonima) sono Gianpaolo (1940-2001), Sandra (1946) e Corrado (1949). Quest'ultimo, laureatosi farmacista, si sposa con Maria Pia Andreotti e ha i figli Davide e Diletta. E' lui che a metà degli anni'70 e fino al 1997 assume la responsabilità di tutta la produzione. Sandra, invece, lavora nell'azienda, va in pensione e con il marito Angelo Berselli torna a Ciago, il paesino dei bisnonni. Non solo perché è il primogenito, ma anche per l'attivismo politico (democristiano e poi autonomista), quello sportivo (è un supertifoso e sponsor dell'Ac Trento) e sociale, l'uomo immagine dell'azienda è Gianpaolo che promuove il trasferimento dello stabilimento da Ravina, dove si era insediato nel 1968, ad Aldeno. Con la moglie Tiziana Bovati, Gianpaolo, laureato in legge, ha Luigi (1976) e cinque anni dopo Maddalena che nel 2001 entrano in azienda quando si capisce che, avendo un cuore assai fragile, Gianpaolo non potrà più essere il vulcano di un tempo ormai passato. Infatti a soli 61 anni Gianpaolo scompare un mese prima dell'inaugurazione del nuovo stabilimento di un'azienda sempre in crescita che sforna un'infinità di nuovi prodotti. Ormai in città, dunque, della storica e popolarissima famiglia Cappelletti, sinonimi di "Novasalus" e "Baccus", rimangono la vedova Tiziana, il figlio Luigi (una goccia d'acqua del padre quand'era giovane) e Maddalena che si è sposata con Paolo Di Braida con cui ha avuto Martino (2004) e Gabriele.(2007). Quindi soltanto Luigi, quando e se avrà figli, potrà "perpetuare" a Trento questo cognome davvero "speziale".
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