Borse e cinture il futuro di Expo Schuh
Dalle prossime edizioni anche gli accessori per ampliare il mercato
RIVA. Nel prossimo futuro saranno gli accessori - borse, cinture, pelletteria in genere - a dare nuova linfa ad Expo Riva Schuh. Allargando la formula della fiera rivana come chiedono gli stessi operatori (il 44 per cento lo propone, secondo un sondaggio effettuato in questi giorni) e come positivamente sperimentato nella prima edizione di Expo Riva Schuh India. L'obiettivo è anticipare le esigenze per rimanere leader del mercato. Sfruttando la forza attuale del marchio per consolidare una posizione che va difesa con i denti.
E' la principale novità scaturita dalla settantasettesima edizione di Expo Riva Schuh. La conferma della fiera in India (ancora a Nuova Dheli, dal 5 al 7 luglio, su un'area raddoppiata rispetto alla prima edizione) e l'impegno di tutti (provincia, comune, Fierecongressi) per procedere all'ampilamento e rinnovo degli spazi fieristici e congressuali, le altre notizie.
Passando poi allo specifico, al mondo della scarpa, è stato forse il «patriarca» di Expo Riva Schuh, Friedrich Karl Eicholz, nel suo simpaticissimo idioma italogardesanotedesco, a dare l'indicazione più chiara: nella primavera scorsa pioveva e sono rimasti in magazzino i sandali; quest'inverno non fa freddo e restano in magazzino i polacchini. Due stagioni consecutive sfavorevoli e la crisi globale, non possono che portare a un mercato in difficoltà. Che il più tecnico Giovanni Laezza ha battezzato come stagnazione. Con la flessione degli acquisti nell'Occidente a frenare l'intero pianeta, perchè se è vero che Cina e India vantano il 72,6 per cento dell'intera produzione mondiale (assieme 14 miliardi e 660 milioni di paia di scarpe prodotti) restano Europa e Stati Uniti i mercati fondamentali. Per capire: il cittadino medio degli Stati Uniti acquista 10 paia di scarpe l'anno; quello cinese non arriva a due.
E la Cina (come l'India) non è nemmeno il paragone più estremo: con l'affacciarsi nel gigante asiatico di un minimo di civiltà del lavoro quello che siamo abituati a considerare come l'estremo della produzione di massa a costi minimi è già stato ampiamente scavalcato da nuove «tigri»: Vietnam, Cambogia, Laos. Le nuove frontiere della competitività esasperata.
Sono nuovi mercati ai quali anche Expo Riva Schuh guarda con doveroso interesse. Dei 1230 espositori di quest'anno (19 in più rispetto al giugno scorso) 334 provengono dall'Italia ma al secondo posto c'è la Cina (270) e al terzo l'India (129). Questa edizione ha segnato l'esordio di quattro nuove nazioni sulla piazza rivana: Lussemburgo, Russia, Slovacchia ed Etiopia. Portando a 40 il numero dei Paesi rappresentati.
Resta da dire dell'interesse nel mondo dei compratori: Expo Riva Schuh nasce come luogo di incontro tra produzione e mercato, i responsabili acquisti di distribuzione organizzata italiana e straniera. E il movimento nella prima giornata è stato da record: alle 12, tre ore dopo l'apertura, si erano già registrati 2.776 ingressi, 417 in più rispetto alla scorsa edizione. Un dato solo apparentemente contraddittorio: è nei momenti di difficoltà - spiega Laezza - che gli operatori di mercato devono essere più reattivi. E le fiere sono il luogo dove possono operare cercando di salvare la stagione.