Andreatta: «Con me una città più moderna»

Il sindaco e il bilancio di 6 anni di governo: «Nidi, parchi, biblioteche, rifiuti ciclabili. Trento è cresciuta nonostante la crisi, il modello è il Nord Europa»


di Chiara Bert


TRENTO. Un milione di presenze turistiche, la raccolta differenziata che sfiora l’80%, 4839 alloggi pubblici a canone sostenibile, 23 asili nido per 1124 bambini, nuovo centro musica a Sanbapolis e nuovo teatro a Meano. Oltre 55 chilometri di ciclabili, 410 telecamere per la sicurezza, il terzo fisco più basso d’Italia. Sceglie una piazza Dante primaverile e colorata Alessandro Andreatta - nel giorno del mercato contadino e del mercatino dei Gaudenti, davanti alla palazzina Liberty che dopo decenni di abbandono tornerà a vivere come biblioteca giovanile - per presentare i risultati di sei anni di governo della città. Non un lancio della campagna elettorale, rinviato a dopo Pasqua, ma una «restituzione» di quanto fatto da sindaco. «Noi vogliamo stare nel cuore della città e non guardarla dall’alto», è la stoccata che lancia al suo sfidante Claudio Cia, candidato del centrodestra, che ieri è salito a Sardagna con la sua coalizione. «Città che non è sempre facile, è complessa e contraddittoria», ammette Andreatta, affiancato dagli assessori e dai capigruppo della maggioranza. Ad ascoltare, seduti in riva al laghetto, esponenti politici e candidati, molto Patt (Kaswalder, i candidati Rigotti, Condini, Paris), i Verdi (Boato, Pompermaier, Ianes), i Socialisti (Pietracci, Fontanari, il candidato Stefano Bosetti), poco Pd rappresentato dalla segretaria cittadina Elisabetta Bozzarelli, per l’Upt il coordinatore cittadino Umberto Saloni.

Un libretto racconta delle nuove scuole e dei parchi, il risparmio energetico, le sedi delle biblioteche, i campi da calcio. Si potrebbe obiettare che la biblioteca giovanile alla palazzina Liberty ancora non c’è, che la nuova piazza S.Maria Maggiore libera dalle auto è ancora un rendering, la riorganizzazione della rete degli autobus «per migliorare il servizio» ha anche ridotto la frequenza di alcune corse, alcuni degli impegni del 2009 (l’allargamento della Ztl, il parcheggio di attestamento a Trento sud) sono ancora in fase di realizzazione.

«Ma la città è cresciuta in questi anni nonostante la crisi, è diventata più moderna, vivace, attrattiva», rivendica Andreatta. Sulla sicurezza, tema caldo di cui il centrodestra ha da tempo fatto una bandiera accusando l’amministrazione comunale di inerzia, il sindaco dice: «Non è un settore, è fatta di vigilanza ma anche di riqualificazione dei parchi come quello di piazza Dante, di telecamere ma anche di iniziative culturali, sociali e ambientali, di pattuglie in giro fino alle 3 di notte ma anche di turismo». Sul programma: «È stato in gran parte attuato, e questo nonostante siamo partiti da 80 milioni di investimenti nel 2009 e siamo arrivati ai 23 milioni del 2015. Trento può crescere ancora, il nostro modello sono le città europee del Nord».

Nella conferenza stampa c’è spazio anche per i partiti. «Perché - ricorda Andreatta - non si vive di sola amministrazione, ma di un progetto politico. Siamo più forze, con sensibilità diverse, è la forza di una coalizione e in questi sei anni siamo cresciuti nei rapporti personali e politici». In più momenti la coesione è mancata. Lo ammette la capogruppo Pd Ivana Di Camillo: «Ci sono stati passaggi molto difficili dove la coalizione non ha tenuto molto. Dobbiamo essere più attenti al patto politico che costruiamo per garantire poi alla giunta di fare scelte di qualità non legate al peso politico di ogni partito». E il capogruppo Upt Massimo Ducati avverte: «Dovevamo ascoltare di più i cittadini. Non voglio rubare i temi alle minoranze, ma non possiamo fare finta che sicurezza, degrado e parcheggi non esistano». Per i Verdi Lucia Coppola rivendica la «grande attenzione data in questi anni alle relazioni, a chi fa più fatica». Il segretario cittadino del Patt Roberto Stanchina promette sostegno convinto al sindaco e al programma. Il presidente uscente del consiglio comunale Renato Pegoretti, che lascia dopo tre legislature, ricorda di aver vissuto i tempi dei bilanci ricchi: «Non era facile, dopo, mantenere la qualità dei servizi tenendo basse le tasse». Il centrosinistra autonomista, che nel 2009 era composto da 8 partiti, questa volta schiera quattro liste: Pd e Psi insieme per Trento, Patt, Centro civico democratico (la lista con cui si presenta l’Upt e che include l’Idv) e Verdi. Non ci sono più Udc e Leali. Per Pegoretti «è un segnale importante, sapersi mettere insieme senza bandierine».

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