Alberé resta “prigioniera” di Vaia 

La tempesta di ottobre. L’Hotel Margherita ancora «ostaggio» degli schianti: «Turisti increduli che a Tenna ci si trovi in queste condizioni»  Alberi da rimuovere dal terreno ed altri ancora pericolosamente in bilico attorno alla conosciutissima struttura gestita dalla famiglia Angeli


Gianpaolo Tessari


TRENTO. Nella pineta di Alberé il tempo sembra essersi fermato al primo di novembre dell’anno scorso. La tempesta Vaia, qui ad un tiro di schioppo da Tenna, pare aver portato il proprio fardello di distruzione solo da poche ore, non già 5 mesi orsono. E l’Hotel Margherita, locale caro ad intere generazioni di trentini, scelto per un ritiro dalla Juventus di Baggio e del Trap nell’estate del ’91, si staglia prigioniero di una sorta di incantesimo.

Un sortilegio che ha reso irriconoscibile, impraticabile il bosco che lo circonda: «I sentieri attorno all’hotel non si possono percorrere. Diversi di loro sono letteralmente scomparsi, ingoiati da tronchi e rami. Ci sono alberi pericolanti ed i turisti che già arrivano nel week-end non riescono a credere che la pineta di Alberé sia ancora in queste condizioni» allarga le braccia sconsolata Daniela Angeli, figlia di Lino. Scomparso il capostipite 5 anni fa, Daniela porta avanti con grinta e passione l’azienda di famiglia.

Ci venne la Juve di Baggio

Un albergo conosciutissimo, da generazioni. Non si contano le famiglie trentine che nei saloni del Margherita hanno festeggiato nozze e ricorrenze. Tanti quelli che nella bella stagione ancora salgono al fresco della pineta per giocare qualche set a tennis nel mitico campo, a ridosso dell’albergo. E Lino Angeli, appassionato di politica come del suo mestiere di albergatore, è stato abile orchestratore di innumerevoli riunioni politiche all’ombra di quella pineta che ancora oggi porta, impietose, le ferite del maltempo.

Intendiamoci: l’opera di smaltimento degli schianti non è né facile né breve. In Trentino come nelle altre zone alpine. Qui non si è alla ricerca di responsabilità ma tocca riferire di una situazione macroscopica. Che fa pensare, anche per il fatto di trovarsi in una località turistica. Quella sera terribile di fine ottobre ad Alberé andò via la corrente: «Solo che i collegamenti telefonici e l’energia elettrica rimasero poi assenti per 15 giorni» ricorda Daniela Angeli guardando verso il bosco da un finestrone del Margherita. I lavori per rendere di nuovo accessibile la strada verso l’hotel sono stati fatti in poco tempo. Nel giro di una giornata la viabilità è stata ripristinata. Ma da allora in poi si è fermato tutto: «Abbiamo avuto gli alberi schiantati contro la casa per mesi, gli operai del comune me li hanno tolti a marzo, a ridosso dell’apertura stagionale del Margherita e lasciati ammucchiati sino all’altro giorno, sul retro dell’albergo. In un inverno dove non è praticamente mai nevicato. In cui si sarebbe tranquillamente potuto lavorare. E i sentieri sono ancora impraticabili».

Il sentiero degli gnomi

Dalla pineta sarebbero arrivate accorate telefonate al sindaco di Tenna, Antonio Valentini, ma gli interventi da fare erano tanti e al Margherita hanno atteso a lungo. Mesi. Il Comune avrebbe affidato i lavori di ripristino, tutt’altro che terminati, senza affidarsi alle procedure d’emergenza. E la burocrazia ha allungato i tempi d’intervento per la ditta che è stata incaricata del ripristino. In prossimità dell’apertura della stagione al Margherita, sconsolati, hanno deciso di rivolgersi a dei privati per liberare l’albergo dai rami accatastati.

Ad oggi addentrarsi nel bosco di Alberé non è possibile. Il “Sentiero degli gnomi”, meta dei turisti, e il suo piccolo ponte in legno sono scomparsi. Scendere verso il lago di Levico non è pensabile, troppo pericoloso. Le passeggiate non ci sono più. Nei dintorni fettucce bianco rosse di pericolo delimitano quelle che erano aree giochi e tavoloni in legno per il picnic. Di fronte al Margherita c’è un grande albero, sottile, inclinato, in precario equilibrio appoggiato a un altro. Cosa potrebbe succedere se quell’appiglio fragile dovesse mancare non è difficile da capire. Alberè, Tenna, primo maggio 2019. Vaia non se ne è ancora andata.













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