Al lavoro? Ci mando mio marito

Plausi all'ipotesi «job sharing» in Luxottica. Cerutti: esempio per governare la flessibilità


Michele Stinghen


ROVERETO. È frutto dello sforzo di azienda e sindacati per coniugare esigenze di flessibilità e tutela dei lavoratori, l'ipotesi di contratto integrativo aziendale di Luxottica, che sarà discussa in assemblea a Rovereto lunedì prossimo. Per Mario Cerutti (Cgil) può essere un esempio positivo per come governare, in futuro, le richieste di flessibilità delle aziende.

L'ipotesi di accordo di Luxottica, partorita dopo nove mesi di discussione, riguarda 8 mila dipendenti, compresi quelli di Rovereto, e verrà discusso nei vari stabilimenti in questi giorni; nella nostra città, l'assemblea si terrà lunedì. Solo dopo il confronto con le maestranze sindacati e azienda potranno firmare ufficialmente l'accordo. Caratteristiche dell'accordo sono, tra le altre, l'utilizzo del "job sharing" (in inglese, divisione del lavoro: una mansione può essere divisa tra due persone in una sorta di part time; è una forma contrattuale abbastanza recente ma poco usata), il congedo di paternità, una gestione più individuale della presenza, una "banca ore" per future paternità o maternità.

Per Mario Cerutti della Cgil la valutazione è positiva. «Innanzitutto, saranno i lavoratori a decidere, lunedì. Questo accordo però è per noi molto qualificante, perché sono state disciplinate in modo puntuale le richieste dell'azienda in materia di flessibilità». In particolare nel settore manifatturiero, infatti, le richieste che arrivano ai sindacati dalle aziende sono più o meno le stesse: c'è crisi, il mercato è incerto, ci vuole flessibilità. «Abbiamo scongiurato forme di contratto che portano a precariato perenne ed ad una totale deregolamentazione. Il job sharing, per esempio, può invece aiutare: in Luxottica c'è una marcata presenza femminile, può accadere così che due ragazze si dividano il lavoro, una la mattina l'altra il pomeriggio».

In cambio, sostegno all'equilibrio tra vita e lavoro: i neopadri possono assentarsi fino a 5 giorni retribuiti, dopo la nascita, la retribuzione è garantita in caso di lunghe malattie gravi. «Ci aspetta un altro anno difficile - conclude Cerutti - e le aziende vogliono flessibilità. Questo accordo può diventare un battistrada per le risposte da dare a queste richieste».













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