Trapianti, nel 2017 prelevati 39 organi in Alto Adige
Le cifre sono state fornite dal dottor Peter Zanon, primario di rianimazione all'ospedale di Bolzano, in occasione dell'assemblea ordinaria del gruppo bolzanino dell'Aido.
BOLZANO. Sono stati quattordici, nel 2017, in Alto Adige, i casi di possibile prelievo di organi «post mortem» da destinare al trapianto, ma le donazioni effettive sono state dieci con il prelievo di 39 organi (18 reni, 9 fegati, 4 cuori e 8 polmoni). In quattro casi, donazione e trapianto sono stati bloccati dall'opposizione dei familiari della persona deceduta.
Queste cifre sono state fornite dal dottor Peter Zanon, primario di rianimazione all'ospedale di Bolzano, in occasione dell'assemblea ordinaria del gruppo bolzanino dell'Aido, l'associazione donatori di organi e tessuti. In tutta Italia, per i trapianti è stato un anno record: 3.921, 223 in più rispetto all'anno precedente. Cionostante i pazienti in lista d'attesa per un trapianto risultavano, l'11 febbraio, oltre novemila (35/40 in provincia di Bolzano).
Il primario ha indicato nell'«irrazionale avversione» alla «manipolazione del corpo umano» la principale causa dei molti «no» che ancora si registrano nei confronti della donazione di organi.
Avversione contro cui lottano i volontari dell'Aido, che, malgrado i buoni risultati raggiunti - quasi 5.000 iscritti a Bolzano, dodicimila in provincia, ma oltre ventimila potenziali donatori con le dichiarazioni di volontà raccolte dai comuni - ritengono che ci sia ancora molto da fare perchè - ha sostenuto il presidente Ulderico Squeo - «la cultura della donazione si muove a piccoli passi ed il fattore determinante è ancora rappresentato dall'ignoranza della tematica, che, nei momenti cruciali può portare ad un'opposizione dei familiari che non consente di salvare vite umane».