Villa Maria: i soci ribaltano le colpe sul direttore 

La crisi che ha portato alle dimissioni del Cda. A fronte di richieste di trasparenza sarebbe stato creato un clima di intimidazione. Gestendo arbitrariamente personale e progetti


Luca Marsilli


Rovereto. Le dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione della cooperativa Villa Maria sono arrivate dopo un’ispezione della Federazione e prendendo atto di un clima non più costruttivo.

La versione del presidente

Il presidente dimissionario, Paolo Damianis, lo riconduce ad un irrigidimento dei soci lavoratori seguito al licenziamento di una collega per ragioni disciplinari. Detto che su quel licenziamento farà chiarezza il giudice del lavoro, perché è stato impugnato, secondo i soci la verità sarebbe completamente diversa. Nel senso che la richiesta di una assemblea con all’ordine del giorno la revoca del Cda sarebbe arrivata prima di quell’episodio. In seguito alla revoca di un membro del Cda già giudicata illegittima dalla Federazione (spetta all’assemblea e non al presidente revocarli) arrivata come ultimo atto in un clima di ritorsioni e paura che soci e dipendenti hanno ritenuto non più accettabile.

I soci firmatari di quella richiesta di assemblea in una lettera giudicano le dimissioni del direttivo una “scelta di comodo, per nascondere ancora una volta la mancanza di trasparenza e coprire le vere ragioni per cui Presidente e Cda si sono mossi a salvaguardia e conservazione delle loro posizioni”. Parlano di “azioni gravissime nei confronti dei firmatari della richiesta di assemblea” che avrebbero subito pressioni a livello di intimidazione.

La denuncia dei soci

Quanto ai problemi, atterrebbero alla amministrazione di Villa Maria. Che per arrivare ad un bilancio con 200 mila euro di utile avrebbe tagliato sui servizi agli utenti. Per esempio riducendo quasi a zero i soggiorni estivi. Ma non solo. Restando su criticità e anomalie, ricordano che i verbali formalmente richiesti in visione sono stati negati. E che appena a sei mesi dalla elezione, il Cda presieduto da Damianis ha deliberato l’assunzione dello stesso Damianis a tempo indeterminato come psico pedagogista e trasformato il contratto a termine (3 anni) della direttrice in contratto a tempo indeterminato. Tutto questo senza consultare i soci né informarli. Insomma, non si parla di un licenziamento, ma di anni di gestione ritenuta non trasparente e contestata. “L’unico scopo del nostro agire - chiudono la lettera - è il perseguimento della mission della cooperativa, mirata al benessere dell’utenza”.













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