Scuola musicale e liceo Depero: cultura al tappeto

Rovereto. Con le dimissioni di un insegnante che lavorava lì da 20 anni senza poter avere un contratto a tempo indeterminato, l’’organico della Scuola Musicale Zandonai è sceso a 4 docenti dipendenti,...



Rovereto. Con le dimissioni di un insegnante che lavorava lì da 20 anni senza poter avere un contratto a tempo indeterminato, l’’organico della Scuola Musicale Zandonai è sceso a 4 docenti dipendenti, uno dei quali part time. «Quando nel 2008 – ricorda Marco Zenatti – l’allora direttore della Scuola, Filippo Bulfamante, rilasciava alla stampa le seguenti affermazioni “... La Scuola musicale è a rischio. Se su 13 docenti, 5 sono in discussione, la Scuola è a rischio di un’estinzione fisiologica. Il fatto che si possa ricorrere a esternalizzazioni e appalti, non risolve il problema. La cattedra muore, non è più di questa Scuola...”, la Professoressa oggi dimissionaria (...) aveva accettato la stabilizzazione con contratto part time offertale dalla Giunta di Guglielmo Valduga. Stabilizzazione che contestualmente metteva alla porta altri 4 docenti precari». Bulfamante, ricorda ancora Zenatti, per quelle dichiarazioni era stato sospeso e solo il giudice del lavoro gli aveva dato poi ragione. Ma la fine della Scuola secondo Zenatti era scritta ormai da anni e chi si scandalizza oggi è semplicemente ipocrita. Era leggibile in “una politica incapace di assumere una posizione reale e fattiva a salvaguardia di una delle istituzioni culturali comunali più antiche della Città. E dice bene Fabrizia Scordamaglia nella sua lettera al Trentino del 13 ottobre quando afferma tra l’altro “La fine della scuola è sempre stata un’intenzionalità studiata...La Scuola non c’è più e non ci sarà più, ma resterà la responsabilità di chi con leggerezza e sbrigativa arrendevolezza ha voluto questo fin dall’inizio...”

Restano i corsi, conclude Zenatti, ma la Scuola come istituzione culturale cittadina, capace di sopravvivere dal 1908, non c’è più. Malgrado il lascito Tosca Delaiti che avrebbe permesso di superare i problemi economici. Muore senza ragione, se non la mancanza di volontà di farla sopravvivere. In una città che punta sulla cultura e la formazione. La stessa che non riesce a dare una sede al Liceo Artistico Depero.













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