Addio a Finotti: studiò da psicologa le dimensioni del Natale

Rovereto. Di sé diceva: “Mi occupo di psicologia e sono particolarmente interessata a una lettura simbolica della realtà, che attraverso i segni del quotidiano ci permette di contattare una...


patrizia belli


Rovereto. Di sé diceva: “Mi occupo di psicologia e sono particolarmente interessata a una lettura simbolica della realtà, che attraverso i segni del quotidiano ci permette di contattare una dimensione “altra”, a cui il segno ci rimanda.”

Ci ha lasciati Anna Maria Finotti, originaria di Valle San Felice, dove tuttora vivono i suoi parenti, fu fondatrice del Centro di Psicosintesi di Bolzano e Trento. Era prima cugina del senatore Glicerio Vettori, altra fugura cardine della vita lagarina del recente passato.

Anna Maria è mancata il 23 novembre, a Bolzano, dove risiedeva. Nata nel 1929, fu docente di letteratura italiana a Mogadiscio, poi a Bolzano. In seguito divenne psicologa e psicoterapeuta, coltivando l'attenzione per la lettura simbolica dell'esperienza umana, socia didatta e docente presso la Società Italiana di Psicosintesi, tenendo conferenze, seminari e workshop. Ha pubblicato "Il mito del Natale-per ritrovare il linguaggio dell'anima", "Il canto degli alberi".

Nel libro sul Natale l’autrice accompagna il lettore in un viaggio alla riscoperta del vero significato del Natale, oggi perso in nome del consumismo.

Scrive Finotti: “Il Natale, vissuto come evento storico di una notte di duemila anni fa, trova oramai scarsa risonanza nella coscienza collettiva, ma se vissuto come la festa che celebra la nostra personale nascita alla consapevolezza di ospitare dentro di noi una scintilla di luce, una dimensione spirituale, che chiamiamo anima, torna a rifulgere di un significato nuovo e sempre attuale, portatore di vita e di trasformazione. In questi termini esso acquista un significato universale.”

E ne “Il canto degli alberi” l'autrice indaga le prime testimonianze scritte circa la diffusione e l’affermazione dell’Albero di Natale come lo conosciamo oggi. Secondo quanto si legge nel volume la prima testimonianza scritta risale al 1419, quando la Confraternita dei fornai di Friburgo pose in occasione del Natale, nell’ospedale della città, un albero «adorno di mele, pere, noci colorate, cialde, piccole focacce, biscotti, carta colorata e fronzoli vari». A Capodanno l’albero veniva scosso per far cadere le focacce e la frutta come segno beneaugurante per l’anno nuovo.

Anna Maria con il suo essere saggia e attenta alle dinamiche del mondo è stata un riferimento importante per molti. Oggi a piangerla oltre ai parenti e gli amici, sono i componenti del Centro di Psicosintesi di Trento e Bolzano: “Con lei -scrivono – se ne va una parte della nostra storia e della storia dell'Istituto.”















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