Punta Lido, un centinaio al primo consiglio aperto
Sala Belvedere piena, ieri mattina, al Palacongressi per discutere del progetto Ora la palla passa all’aula che dovrà votare le due mozioni contrapposte
RIVA. La piccola sala Belvedere del Palacongressi dispone di un centinaio di sedie su cui accomodarsi. I rivani le hanno occupate tutte, ieri mattina, per assistere ai lavori della seduta informale del consiglio comunale, la prima aperta anche agli interventi di cittadini e comunque di non consiglieri. Al centro del dibattito, durato oltre quattro ore, il progetto di demolizione e ricostruzione della gelateria Punta Lido a Riva, operazione avviata dalla Lido Immobiliare assieme al Comune, che è il socio di maggioranza della Lido srl.
Il progetto, la scorsa estate, ha scatenato le contestazioni di una buona fetta di città, coinvolgendo nella protesta tanti rivani, compresi vari personaggi illustri della vita sociale e politica. Anche per questo motivo l’operazione, adesso, è sospesa in attesa che il socio di riferimento, ovvero il Comune, si chiarisca le idee e le chiarisca, in via definitiva, anche alla Lido Immobiliare. «Le critiche che si sono sollevate non mi hanno lasciato insensibile - ha spiegato, durante il dibattito, il presidente Andrea Dalponte - per questo motivo si è deciso di sospendere il percorso, nonostante il via libera al progetto dello scorso marzo, in attesa che dal Comune arrivi un’indicazione precisa sul da farsi. Pertanto sono a chiedere al consiglio comunale di pronunciarsi al riguardo confermando, modificando o limitando il progetto». Un pronunciamento, in tal senso, ci sarà nel momento in cui giungeranno in aula consiliare le due mozioni contrapposte che puntano l’una alla ricostruzione e l’altra al mantenimento della gelateria: il voto del consiglio, pertanto, determinerà il futuro di questa operazione e del tratto di lungolago in questione.
Nelle quattro otre di lavori sono stati numerosi gli interventi che si sono succeduti dopo l’avvio del presidente Mauro Pederzolli e l’introduzione del sindaco Adalberto Mosaner che ha ripercorso, aiutato dalle fotografie di Silvio Pozzini, un secolo di storia di questa parte di Riva che è mutata radicalmente nel corso degli anni. «La gelateria è diventata quello che siamo abituati a vedere solamente nel 1984 - ha spiegato il sindaco - perché prima era semplicemente un magazzino dell’azienda di soggiorno oppure la sede del circolo canottieri o prima ancora lo stabilimento dell’hotel: i veri Bagni dei rivani erano altrove, gli Excelsior».
Il presidente della Comunità di Valle Mauro Malfer ha evidenziato la necessità di allargare il ragionamento sull’intera fascia lago («Il progetto va inserito in un contesto urbanistico e culturale più ampio») mentre Andrea Dalponte ha dettagliato l’operazione anche sotto il profilo finanziario («Il costo totale dell’opera è di 900 mila euro»).
L’architetto veneziano Alberto Cecchetto, il progettista della nuova gelateria, più che il proprio progetto ha voluto difendere il ruolo dell’architettura, «che deve essere in grado di anticipare oggi le sfide del domani per garantire un futuro alle prossime generazioni». Ed ha portato all’attenzione della sala alcuni progetti realizzati in grandi città europee.
La parola, a quel punto, è passata al pubblico. Il primo ad intervenire è stato l’arcense Duilio Turrini, seguito dal consigliere di Comunità Ezio Viglietti, che dopo aver lamentato la scarsa pubblicità data all’evento (critica rilanciata dalla consigliera di Arco Lorenza Colò che ha giudicato negativamente il luogo, troppo piccolo, e l’orario della seduta, dalle 9.30 in poi) ha contestato un’affermazione dell’architetto Cecchetto. «Esistono anche le competenze popolari - ha sottolineato Viglietti - e i percorsi partecipativi servono a coinvolgere i cittadini nella costruzione della decisione». Pietro Matteotti, ingegnere e già vicesindaco di Riva, si è detto d’accordo con l’ipotesi di demolizione della gelateria, «edificio obsoleto che si trascina stancamente», mentre si può discutere sul resto dell’intervento. Graziano Riccadonna, presidente dell’associazione Riccardo Pinter, ha parlato di conservare e valorizzare la storia: «La gelateria Punta Lido è un elemento simbolico della Riva turistica e si deve tentare di tutto per evitarne la demolizione. Il progetto che si vuole realizzare è in palese difformità con il circostante: la storia di Riva è quella del Maroni, del trampolino, un patrimonio che non va disperso ma conservato». Accorato l’appello lanciato da Renato Ballardini: «La gelateria non deve essere sostituita con uno di quegli edifici moderni che rappresenterebbe un pugno nell’occhio. Spero in un ripensamento, lasciate le cose come stanno. E poi l’operazione costa e mi pare che l’amministrazione abbia altri problemi».
A prendere parola sono stati anche Sara Bombardelli, Flavio Prada, Andrea Matteotti e Paolo Matteotti che si è soffermato soprattutto sulla questione paesaggistica: «Il rispetto del paesaggio è anche il rispetto di un sentimento che un luogo suscita nella gente, per questo bisogna stare molto attenti quando si mette mano al paesaggio».
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