Postal: «Coop Alto Garda, nel 2018 bilancio in pareggio» 

L’annuncio del commissario: «2017 in rosso, ma tutto secondo i piani» Ora il nodo del contratto integrativo: l’azienda vuole massima flessibilità


di Gianfranco Piccoli


RIVA. Il 2017 si è chiuso con il segno meno per Coop Alto Garda, anche se il passivo è decisamente inferiore rispetto al 2016 (quando il rosso ha toccato i 600mila euro) e «comunque in linea con il piano industriale», ha detto il commissario Maurizio Postal, prossimo ad una proroga di un anno alla guida della cooperativa. Lo stesso Postal ha annunciato che nel 2018, se non ci saranno imprevisti, Coop Alto Garda riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio e cominciare quindi a guardare con più serenità al futuro. Il 21 maggio prossimo è in programma l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio, in mezzo quattro incontri preparatori (sempre rivolti ai soci) che si terranno a Dro, Torbole, Riva e Arco. L’obiettivo del commissario è anche quello di lasciare la cooperativa a giugno del 2019 con un cda forte.

Postal ora dovrà affrontare il nodo complesso del contratto integrativo per i 153 lavoratori di Coop Alto Garda. Proprio la disdetta unilaterale dell’integrativo aveva fatto detonare la crisi della cooperativa, culminata con il primo, storico sciopero. Ora la trattativa è pronta a ripartire, con la proposta aziendale già messa sul piatto. Postal punta, di fatto, ad una flessibilità del personale su tutti i fronti: mano libera, quindi, sulla mobilità tra punti vendita, sul lavoro domenicale e festivo e sugli orari dei part-time (che rappresentano il 40% della forza lavoro), fungibilità delle mansioni e ampliamento da 4 a 12 mesi della possibilità di prolungare l’orario di lavoro settimanale sino a 48 ore (con successiva compensazione). Già ora, naturalmente, c’è la flessibilità in Coop Alto Garda, ma di fatto su base volontaria. A questo l’azienda vuole aggiungere lo stop agli straordinari per i capi negozio, la riduzione degli stipendi per i lavoratori con contratto di primo, secondo e terzo livello e la sospensione di alcune voci che incidono sul Tfr. Per quanto riguarda i premi, sarebbero previsti solamente in caso di bilancio in utile e comunque distribuiti solo a quei lavoratori che hanno una media ore personale superiore alla media complessiva.

Un intervento, dunque, pesante sul quale c’è già il un no secco della Cgil: «Una proposta inaccettabile», il commento di Mirko Carotta. La Cgil, da parte sua, ha già pronta una controproposta che verrà presentata nei prossimi incontri e che punta a limare, di molto, le richieste aziendali. La piattaforma della Cgil prevede l’orario di lavoro massimo settimanale a 48 ore per un massimo di sei mesi all’anno, il pagamento di una forte maggiorazione (70%) nel caso di mancato recupero delle ore lavorate in eccesso, un no secco alla flessibilità se non con l’esplicito consenso del singolo lavoratore, la mobilità tra negozi solamente per oggettive ragioni organizzative, no alle riduzioni di stipendio e al taglio delle voci che incidono sul Tfr. Per quanto riguarda la parte economica, la Cgil chiede un premio annuale di 600 euro lordi (con una riduzione per i giorni di assenza fatti al di fuori di quelli ricompresi in voci quali maternità o 104) e gli sconti per gli acquisti fatti dai dipendenti nei negozi Coop. Posizioni distanti, quindi, che dovranno essere limate per poter arrivare ad un accordo in tempi brevi.

Carotta, però, entra anche nel merito delle politiche aziendali e chiede a Coop di rivedere alcune scelte commerciali (ad esempio quelle che riguardano i fornitori locali, alcuni “tagliati”, altri costretti a passare da Sait) e di tornare a parlare ai soci, un patrimonio di migliaia di persone, molte delle quali – da anni – non mettono più piede nei punti vendita di Coop Alto Garda. (g.f.p.)

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