“Masera”, il racconto di una storia di Levico 

Presentato il volume che ripercorre le vicende dell’opificio abbandonato. Realizzato anche un video



LEVICO TERME. “Masera, memorie di seta e tabacco”, il lavoro, realizzato grazie a un bando Caritro, conclusivo per conservare la memoria della macera tabacchi, coordinato dalla Associazione Levico in Famiglia e ideato da Licia Zuppardi e Tiziana Margoni, ma che ha visto la collaborazione del Gruppo pensionati, di Mondo Giovani, del Centro don Ziglio della Apsp Levico Curae, dell’Associazione Chiarentana e della biblioteca comunale, con Elena Libardi, è stato presentato in una affollata sala consigliare.

Seguendo il filo, a volte interrotto, ma certamente a rischio di venire dimenticato, dei testimoni intervistati da Margoni, un libretto «semplice ma dai contenuti assolutamente di rilievo», come ha detto Franco Frisanco di Chiarentana, rimette in circolo nomi, fatti, ambienti, ricordi, mestieri, ed emozioni, di quando l’opificio, sorto nel 1925 per volontà della Lega contadini aveva iniziato a lavorare il tabacco, il Nostrano del Brenta, per poi passare alla coltura dei bachi da seta, e quindi attraversare tanti altri cambiamenti e usi dei grandi locali, fino a quando non fu chiuso del tutto.

Al libretto si associa in progetto anche un video artistico prodotto da Orlando Cadoni, dal titolo eloquente “La Masera tabacchi – dove ancora volano le rondini”, che presenta immagini dell’epoca della costruzione assieme a escursioni nei locali così come sono attualmente, nel più completo abbandono, con masserizie e oggetti tra i più disparati dimenticati da chi, come il Moto Club, o il gruppo Alfa 48, vi aveva trovato sede negli anni del tramonto. Vi è poi una aggiornatissima pagina Facebook e una iniziativa didattica che intende far adottare il testo nelle scuole primarie.

«Non si tratta di storia “minore” - ha detto Margoni – perché è nei particolare di quegli aspetti vissuti che si trova il senso di unicità della vita di ciascun narratore e della Masera stessa. La memoria delle comunità è una ricchezza morale che merita di essere ascoltata e tramandata, una preziosa esperienza e radice di ogni nuova crescita». Con un linguaggio piano ma coinvolgente, il libretto racconta anche storie al femminile, essendo state le sue operaie tra le prime donne “di fabbrica”. E i testimoni, tra i quali si ringraziano Attiliana Vettorazzi, Lia Osler, Francesco Francescatti, Fabio Pallaoro, Franco Puecher, Anna Andreatta, Fiorenzo Gabrielli, Fiorello Dal Molin, Ferruccio Galler, Antonio Angeli, Renzo Frisanco, Arturo Benedetti, e Marco Francescatti, ricordano, per esempio della «complicità e amicizia» che c’era tra le operaie dall’odore forte di tabacco che impregnava il loro vestiti, le più giovani delle quali trovavano anche il tempo di organizzare degli scherzi, o di ballare sulle assi che schiacciavano le foglie nel processo di essicazione.

Non sarà stato questo lavoro di recupero della memoria, ma sta di fatto che «la nuova giunta provinciale – ha detto Cristian Libardi della Lega -, ha bloccato il progetto che prevedeva l’abbattimento della Masera». (f.z.)













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