Politica

Sanità, Cia: "Persi 400 operatori". Ma Apss contesta il dato

La contrapposizione evidenzia due letture divergenti: da un lato l'allarme per un presunto esodo dalla sanità pubblica, dall'altro la rivendicazione di un sistema in crescita nonostante alcune criticità strutturali ancora da risolvere



TRENTOIl consigliere provinciale Claudio Cia lancia l'allarme sulla sanità trentina, denunciando la perdita di 250 infermieri e 128 medici negli ultimi 5 anni. Secondo i dati raccolti, quasi 800 infermieri e 450 medici a tempo indeterminato hanno lasciato il servizio pubblico. Particolarmente critica la situazione nel reparto di ginecologia del Santa Chiara, con 37 ostetriche dimesse tra 2018 e 2021.


L'Apss respinge questa lettura, sottolineando come i dati non possano essere sommati algebricamente. L'azienda sanitaria precisa che molte "dimissioni volontarie" riguardano in realtà passaggi da contratti determinati a indeterminati. Considerando gli ultimi sei anni, l'Apss rivendica un saldo positivo di 61 medici e 282 infermieri.


Il picco di assunzioni si è registrato nel 2020 durante l'emergenza Covid, seguito da un riassestamento nel 2022-2023. L'azienda evidenzia un trend di crescita costante, con una media annua di 47 infermieri e 10 medici in più. Vengono inoltre citati segnali incoraggianti dai concorsi, come i 15 iscritti per medicina d'urgenza.


Cia chiede uno studio indipendente per monitorare il fenomeno delle dimissioni e individuare eventuali criticità. L'Apss, pur riconoscendo alcune difficoltà nelle valli e nei pronto soccorso, difende le proprie politiche di attrattività e lamenta la mancata richiesta di chiarimenti da parte del consigliere sui dati forniti.


La contrapposizione evidenzia due letture divergenti: da un lato l'allarme per un presunto esodo dalla sanità pubblica, dall'altro la rivendicazione di un sistema in crescita nonostante alcune criticità strutturali ancora da risolvere.













Scuola & Ricerca

In primo piano