Storie

Da fabbro a frutticoltore: la storia di Enrico Giuliani e la sua passione per le mele

Figlio del rinomato casaro Pierluigi Giuliani, l'imprenditore trentino ha lasciato dopo 17 anni il lavoro nel settore metallurgico per dedicarsi a tempo pieno ai suoi 5 ettari di meleto, scommettendo su varietà pregiate e innovazione nella Val di Non, tra sfide climatiche e visione del futuro


Carlo Bridi


DAMBEL. Ancora una volta la nostra storia settimanale viene dalla Valle di Non, da quella parte sopra San Zeno dove si è sviluppata una delle più belle zone frutticole della valle e dove si producono delle mele di qualità eccezionale. In questa zona vi sono molti frutticoltori che, pur non essendo più giovanissimi, sono passati dal lavoro part-time in agricoltura all'impegno a tempo pieno, grazie anche alla buona valorizzazione delle mele fatta da Melinda. Dopo aver svolto come attività prevalente altri lavori, si sono licenziati ed hanno scelto di fare l'imprenditore agricolo a tempo pieno, spinti dalla passione per l'agricoltura di qualità.


È questo il caso dell'imprenditore di oggi del quale raccontiamo la storia. Si tratta di Enrico Giuliani, 39 anni, figlio di uno dei più famosi casari della Valle di Non, Pierluigi Giuliani, che ha contribuito alla valorizzazione del Grana Trentino. Per anni, come casaro a Cavareno, Pierluigi ha vinto nei concorsi indetti dalla scuola per casari di Tiene lo "spino d'oro" con il suo grana trentino.


Enrico, dopo aver frequentato a Cles le scuole dell'ENAIP per diventare specializzato nella lavorazione del ferro, ha lavorato per 17 anni presso la ditta artigianale Zucal di Romeno, che costruisce degli ottimi carri raccolta. L'azienda agricola fino al 2021 era gestita part-time sia dal padre che dal figlio Enrico.


Con il 2021, Enrico ha abbandonato il posto di lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla coltivazione dell'azienda, ormai di dimensioni molto interessanti: 5 ettari, tutti coltivati a frutteto razionale con una produzione media di 600 quintali ad ettaro di ottime mele. Non avendo una formazione professionale agricola, ha scelto di frequentare il corso biennale delle 600 ore alla FEM, da poco concluso, "un corso molto interessante", afferma.


Ha fatto domanda per l'ottenimento del premio d'insediamento, che gli è stato concesso e del quale aspetta la liquidazione dopo che a maggio potrà esibire il brevetto professionale agricolo. Con il premio ha previsto l'acquisto di un carro raccolta per abbattere i costi di raccolto, considerando che ben il 95% della sua azienda è coltivabile meccanicamente.


Siamo di fronte ad un'azienda molto ben programmata: il raccolto inizia il 20 di agosto e va avanti fino a fine ottobre. Le varietà coltivate sono, in ordine di maturazione: la Sweetango, che matura prima della Gala e che ha trovato in Valle di Non il suo habitat ideale, con un'ottima produzione sia quantitativa che qualitativa. "Unico problema: le gelate tardive, visto che è la prima che fiorisce", spiega Giuliani.


"Anche nelle prime notti della settimana scorsa, visto che siamo sui 700 metri s.l.m., nelle zone più pianeggianti il rischio di gelate era forte. Io sono convinto", afferma Enrico, "che a fronte delle modificazioni climatiche non è sufficiente la polizza di assicurazione. È necessario anche attivare, ovunque sia possibile, la difesa attiva, con la pioggia lenta realizzando sistemi di difesa dove si può avere l'acqua, oppure altri sistemi".


Altre varietà coltivate sono la Gala, la Red Delicious, la Golden Delicious che a questa altitudine viene molto bella, la Kissabel, una mela a polpa rossa, non eccessivamente produttiva, ma che Melinda riesce a pagare circa un euro al kg. La Kizuri per chiudere con la Fuji. In larga parte varietà Club di Melinda. Certo, vi sono anche problemi come quello degli scopazzi che sono tornati in modo pesante.


Giuliani, dal 2021 è titolare d'azienda con partita IVA, ed il suo papà Pierluigi è il suo braccio destro. Fra i progetti futuri la bonifica di alcuni terreni per renderli tutti lavorabili meccanicamente, ed applicare tutti gli accorgimenti per il consolidamento dell'azienda.


"A quasi 40 anni, c'è ancora un sogno nel cassetto: quello di potermi assicurare sempre un reddito adeguato e giusto anche per dare un futuro alla mia famiglia, avendo due figlie di otto e sei anni", racconta. Chiediamo se dopo 5 anni è pentito della scelta: "Assolutamente no!", esclama, "la rifarei subito, la mia grande passione per il comparto mi fa superare le difficoltà che ovviamente si incontrano".


Ed i suoi rapporti con l'ambiente? "Sono di grande attenzione e rispetto, visti anche i grandi cambiamenti climatici ai quali siamo soggetti. Gelate e grandinate sono sempre più all'ordine del giorno, per questo io ho cercato di proteggere l'azienda: più della metà dei meli sono coperti di rete antigrandine".


"Pensare al biologico in un'azienda come la mia", afferma, "è impossibile. Pensiamo che è divisa in ben 25 diversi appezzamenti, che sforano nel comune di Predaia, quindi ci sarebbero enormi problemi di deriva. I prezzi pagati da Melinda, dove conferisco tutto il mio prodotto, sono comunque soddisfacenti".


Enrico è molto impegnato nel sociale: è membro del CDA del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Dambel, del direttivo Vasche, ed è vigile del fuoco volontario. Ama fare qualche giro in bici quando trova il tempo per farlo. "A Dambel, pur essendo un piccolo paese, ci sono altri 7-8 giovani impegnati a tempo pieno in agricoltura e fra di noi abbiamo una bella intesa", conclude Enrico, che è felicemente sposato con Elisabetta, che di professione fa l'infermiera.













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