«Sanità horror», 31 violenze subite dal personale sanitario in un mese: due casi in Trentino
I target più frequenti sono ostetriche e infermieri: l’attacco del sindacato Nursing Up
TRENTO. Trentuno aggressioni in 22 giorni, due dei quali in Trentino, nei confronti del personale sanitario in Italia sono "da film horror", ha attaccato Antonio De Palma, presidente nazionale di Nursing Up (Nursing Up Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica autonomo di categoria).
"È sempre più emergenza sociale", anche se ai dati ufficiali andrebbero sommati quelli "sommersi", non denunciati. "E poi coltelli e manganelli che fanno il loro ingresso indisturbato nei luoghi di cura, e minacce di morte che diventano una tragica routine", ha continuato.
La situazione viene tenuta sotto sorveglianza anche in Trentino dove è stato costituito un tavolo tecnico al quale siedono rappresentante dei lavoratori, Azienda provinciale per i servizi sanitari, Commissariato del Governo e Forze dell'ordine. La prima riunione si è già tenuta e la seconda è stata fissata per febbraio, quando dovrebbero venire anche formalizzate le prime proposte concrete a tutela del personale.
"Le aggressioni avvengono soprattutto in presenza di pazienti in stato di grave alterazione psicofisica, e oltre il 50% delle vittime sono donne", precisa De Palma. Il tributo più alto lo pagano gli operatori del pronto soccorso. Il presidente di Nursing Up ha citato i dati Inail sugli incidenti sul luogo di lavoro che confermano come infermieri e ostetriche siano le "vittime predestinate, con una media di tre incidenti su dieci", con le aggressioni al primo posto e il personale femminile coinvolto in tre casi su quattro.
De Palma ha liquidato come "l'ennesima promessa tradita" l'Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza, istituito nel 2020, ma rivelatosi "solo un altro inutile strumento burocratico": "Raccogliere dati senza tradurli in azioni concrete è inutile", ha concluso.