Percorsi spirituali e vie per la mobilità slow
Il Cammino Jacopeo d’Anaunia tema della tesi di laurea presentata all’assemblea degli “Amici”
FONDO. All’undicesima assemblea dell’Associazione Amici del Cammino di Santiago, Giulia Fedrizzi, neolaureata in Storia dell’arte a Firenze, ha presentato la sua tesi dal titolo: “Dalle antiche vie di pellegrinaggio al Cammino Jacopeo d’Anaunia. Una strada per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale della Valle di Non”.
Nella sua esposizione, accompagnata da una ricca documentazione fotografica, Fedrizzi ha illustrato tutte le chiese e i beni culturali che si incontrano percorrendo il Cammino Jacopeo della Val di Non, mettendo in evidenza come, sulla scia degli antichi pellegrinaggi medievali, i cammini di oggi sono sì strumenti per un percorso spirituale, ma permettono anche di valorizzare i beni artistici e di leggere il paesaggio in chiave naturalistica e turistica.
In Europa ci sono 32 percorsi tracciati dagli antichi pellegrini, di cui ben 21 attraversano l’Italia. L’Unesco li ha considerati come vettori di cultura e dal 1993 ha decretato il Cammino Jacopeo come patrimonio dell’Umanità; chi l’ha percorso nei secoli ha contribuito al suo sviluppo e al culto di san Giacomo. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha costruito in internet l’atlante dei Cammini d’Italia, (:http://www.turismo.beniculturali.it/home-cammini-ditalia/) e definito così la rete di percorsi: “Abbiamo l’impegno di creare una rete di mobilità slow che doti il sistema Paese di una vera e propria infrastruttura intermodale di vie verdi. Una possibilità di muoversi lungo l’Italia a piedi promuovendo una nuova dimensione turistica. Attenta alla personalizzazione del viaggio che i Cammini o i luoghi attraversati possono offrire”.
Giulia Fedrizzi ha precisato che i tragitti dei viandanti che provenivano dal Nord attraversavano la Val di Non per evitare la zona paludosa della Valle dell’Adige. Seguivano sentieri in uso alla popolazione locale. Quello della Val di Non è un cammino rifatto, ricostruito e riprodotto in una guida turistica curata da don Fortunato Turrini, dallo scomparso Bruno Ruffini, da Maria Candida Tuveri, socia dell’associazione Anastasia e da Sergio Abram.
Dopo l’esposizione della tesi di laurea il presidente dell’associazione Remo Bonadiman ha aperto i lavori dell’assemblea, elencando la mole di lavoro svolto nel 2017, ponendo l’accento in modo particolare sull’esperienza forte di aver percorso il Cammino Jacopeo d’Anaunia assieme a 5 detenuti della Casa Circondariale di Trento. Esperienza positiva, che intendono ripetere quest’anno se sarà possibile. Oltre alle diverse uscite di un giorno, dal 21 al 30 agosto un folto gruppo ha percorso il Cammino Aragonese in Spagna. Il progetto con l’Istituto Comprensivo di Fondo e Revò, nel quale gli alunni hanno avuto modo di conoscere tutte le presenze artistiche del territorio relative ai Cammini, è culminato con una mostra e un video.
Nel corso del 2018 sarà ristampata la guida del Cammino Jacopeo d’Anaunia (la prima edizione è andata esaurita), con la rivisitazione dei testi e l’inserimento di una tappa che interesserà i Comuni di Predaia e di Sfruz. Sarà rifatta tutta la segnaletica del Cammino, deteriorata dagli eventi atmosferici, posizionando 200 frecce tipo Sat (costo 12.000 euro). Sono programmate per quest’anno diverse uscite fra le quali una sulla Via di san Francesco a Gubbio dal 2 al 9 giugno. A fine luglio la filodrammatica di Romeno farà la rievocazione storica del Cammino di Fondo al Palanaunia, sulla base di documenti del 1514 che attestano la nascita della Confraternita di San Giacomo a Fondo.