«Con Venturini promotori del testamento biologico»
MEZZOLOMBARDO . “Ora che il testamento biologico è legge nazionale, noi del Pd vogliamo ricordare che in Trentino il primo Comune a dotarsi di un registro in tal senso è stato Mezzolombardo. Era il...
MEZZOLOMBARDO . “Ora che il testamento biologico è legge nazionale, noi del Pd vogliamo ricordare che in Trentino il primo Comune a dotarsi di un registro in tal senso è stato Mezzolombardo. Era il giugno 2010”: è la dichiarazione di Luigi Rossi, consigliere comunale di minoranza del Partito democratico, che in questo modo vuole anche rendere merito a Carlo Venturini (nella foto con Alessandra Ghezzi del Circolo 78) che fu promotore, insieme a un gruppo di cittadini, della raccolta di firme (ben 350) che portò l’argomento all’attenzione del consiglio comunale.
“Dopo un acceso dibattito in aula, la richiesta venne approvata dalla maggioranza di centro sinistra, allora al governo del paese, e venne così istituito il primo registro in cui depositare le proprie volontà sul fine vita. Fu un atto di sensibilità e attenzione nei confronti di una richiesta di libertà e dignità delle persone, che stava allora diffondendosi in molti comuni italiani. In Trentino il primo fu, appunto, il nostro paese” ricorda Rossi.
Le domande raccolte nel registro non furono molte, ma risposero alle preoccupazioni delle persone che temevano il decorso di malattie generative o sostenevano fortemente il diritto a decidere in piena libertà della propria vita fino all’ultimo.
Il 14 dicembre il Senato ha approvato gli otto articoli che compongono la legge con i voti favorevoli di Pd, Movimento 5 Stelle ed i partiti di la sinistra; contrari Forza Italia, Lega Nord e Alternativa Popolare. La legge sul testamento biologico prevede che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato. “Siamo stati parte di questa battaglia di civiltà con azioni di informazione alla popolazione, anche attraverso la rivista Appunti, del Circolo culturale ‘78 e costituendo il registro comunale su venivano depositate le proprie volontà circa i trattamenti di fine vita, dando una forma ufficializzata alla scelta di evitare l’accanimento terapeutico. Oggi questa legge ci rende orgogliosi e rinverdisce la stima per Venturini, che tanto si è speso politicamente e umanamente” conclude Rossi. (a.t.)