Il ritrovo dei 31 nativi campigliani attorno al falò
Pinzolo. È opinione comune che Madonna di Campiglio sia una località in parte colonizzata da capitale lombardo e in parte abitata (si fa per dire i residenti attualmente sono poco più di 800) dai...
Pinzolo. È opinione comune che Madonna di Campiglio sia una località in parte colonizzata da capitale lombardo e in parte abitata (si fa per dire i residenti attualmente sono poco più di 800) dai valligiani che risiedevano nelle valli limitrofe e che, grazie al turismo negli anni hanno aperto alberghi, negozi e attività di vario genere proprio là dove il lavoro chiamava. Eppure un piccolo nucleo autoctono di nativi esiste e perché nessuno possa dimenticare che di fatto una piccola comunità si creò già a partire dal 1936, il gruppo dei 31 “nati qui”, anche quest’anno si è incontrato in un simpatico momento conviviale per arricchire quel patrimonio di aneddoti e memorie che diversamente cadrebbero nell’oblio.
In sostanza una sorta di “filò”, non più attorno al fuoco, ma comunque davanti ad una polenta fumante, dove la consuetudine culturale alpestre di una memoria che si tramanda attraverso “il racconto” deve poter rimanere viva per continuare a passare di generazione in generazione. L’idea nata lo scorso anno da “tre amici al bar” per dirla con Gino Paoli: Fritz Ruppert (classe 1936) ex imprenditore e ultimo discendente austriaco delle attività che ruotavano attorno al Grand Hotel Des Alpes ed alla corte imperiale, Alberto Cozzio, albergatore e Luciano Feltracco, titolare della omonima ed unica libreria del paese. E proprio Feltracco in questi ultimi tre anni, ha condotto la ricerca, basata su indagini personali e passa parola, che ha portato a scovare i 31 campigliani nativi, alcuni dei quali sparsi in Trentino e fuori provincia. E siccome da cosa nasce cosa, chi sa che questo primo nucleo di nativi non si generi un giorno la voglia di passare dalla tradizione orale alla memoria scritta.
Nascere a 1.550 metri in un luogo impervio di montagna, è già un’avventura di per sé, non impossibile ma sicuramente ricca di aspetti curiosi, se a ciò aggiungiamo il fatto che Madonna di Campiglio è una stazione turistica conosciuta in tutto il mondo, ecco che i presupposti di un racconto a più voci sulla nascita della piccola comunità ci già sono tutti.