Cedis e Cmf uniti per sfruttare il Chiese
Storo, i due consorzi intendono realizzare 2 centraline idroelettriche per produrre energia e irrigazione per la campagna
STORO. Si profila all'orizzonte una grande alleanza per gestire l'acqua del fiume Chiese: il Consorzio Elettrico di Storo e i 3 Consorzi di Miglioramento Fondiario locali (Storo, Darzo e Lodrone, Cmf di secondo grado) uniti per realizzare 2 centraline idroelettriche, produrci energia e irrigare anche la campagna. Il tutto creando 2 sbarramenti sul corso del Chiese. La notizia che il Cedis e i Cmf si erano accordati per realizzare gli sbarramenti in questione era stata data qualche giorno fa dal presidente del Consorzio Elettrico Giorgio Rossi nel corso di una conferenza stampa. Rossi aveva spiegato che si volevano realizzare 2 sbarramenti sul Chiese, uno all'altezza dell'ex discoteca Barambana e l'altro nei pressi del Ponte dei Tedeschi, sollevando il letto del fiume di un metro e mezzo in modo da poter azionare una turbina che generasse energia, al tempo stesso creando delle risacche d'acqua da utilizzare per abbeverare la campagna di Storo e di Darzo. Secondo Rossi la natura "mista" dell'impianto dovrebbe indurre la Provincia ad approvare il progetto.
Sembrava un'idea per il futuro, invece a quanto pare le cose corrono spedite, tanto che ci sono già le planimetrie e a gennaio sono state effettuate riunioni con il Comune di Storo e la cooperativa Agri 90.
A mettere il tutto nero su bianco è il sito dei Cmf di Storo e di Darzo e Lodrone, che nella sezione "sbarramenti sul fiume Chiese per irrigazione", scrive: «Il Consorzio elettrico di Storo nel gennaio di quest’anno ha illustrato in alcune riunioni con il Comune, i Cmf e Agri90 l’idea di realizzare due sbarramenti sul fiume Chiese per produrre energia elettrica e consentire ai consorzi di miglioramento fondiario di derivare acqua dagli invasi a monte degli sbarramenti per irrigare la campagna. Il progetto consiste nella creazione di due piccoli invasi ottenuti grazie all’installazione di gommoni gonfiabili abbinati ciascuno ad una turbina di tipo VLH, di nuova generazione, a ridottissimo salto d’acqua, in assenza di derivazione d’acqua esterna all’alveo del fiume e con opere edili, sostegno turbina e scala per i pesci, di limitatissima dimensione, tale che complessivamente l’impatto ambientale è prossimo ad essere considerato trascurabile. L’idea è ancora ai primi passi. Il 18 gennaio 2019 i presidenti del Cmf di Storo, del Cmf di Darzo e Lodrone e del Cmf di secondo grado hanno firmato un protocollo d’intesa, a titolo istruttorio e fatte salve le competenze degli organi statutari. Per tale ragione all’ordine del giorno dell’assemblea convocata il 7 marzo per il Cmf di Storo è all’ordine del giorno anche la valutazione di questa iniziativa. Ora si intende presentare l’idea agli assessori provinciali e agli uffici competenti della Provincia per una preventiva valutazione».
Insomma, a Storo lanciano la metaforica "palla" alla Provincia, cui spettano le valutazioni ambientali e sul deflusso minimo vitale del corso d'acqua.