«Non voleva speculare, guardava lontano» 

Il ricordo di Silvano Seber, direttore delle funivie Cermis. «Per 55 anni si è dedicato al bene comune»


di Gilberto Bonani


CAVALESE. «Uomo di grande forza di volontà e di ampie visioni». Vibrante il ricordo di Silvano Seber, direttore delle funivie Alpe Cermis che per molti anni ha collaborato strettamente con Gino Misconel (amministratore fino al 1976 e successivamente presidente. Nel 2013 alla guida è succeduto il figlio Giulio). «È stato uno dei cinque soci fondatori della prima società impiantistica – spiega Seber – quando nel 1957 ipotizzarono la costruzione di una sciovia in località Salanzada. Solo nel 1966 prese forma la ski area Cermis dotando Cavalese e la bassa valle di Fiemme di una serie di impianti per il nascente turismo della neve. Gino Misconel guardava lontano e puntava a realizzare gli impianti non per speculare, ma a servizio dell’economia locale. Ben sapeva che lo sci avrebbe creato un fiorente indotto per il tessuto sociale cavalesano e non solo».

Il primo tronco del Cermis, e successivamente il secondo, furono realizzati a partire dal 1964 dalla ditta Hoelzl. La prima campata sorvolava tutto il fondovalle ed è stata coinvolta in due distinti incidenti, il primo nel 1976 e il secondo nel 1998. Complessivamente furono 62 le persone che persero la vita. Due tragici avvenimenti che segnarono profondamente la valle ed ebbero vasta eco nazionale e internazionale. «Sono stati momenti molto difficili ma Gino non si è lasciato mai vincere dalle avversità poiché credeva fermamente nella bontà dell’iniziativa. Ha dedicato – conclude Silvano Seber – 55 anni della sua vita al bene comune. Anche dopo il passaggio del testimone i soci hanno voluto riconoscere il suo impegno nominandolo presidente onorario». Attualmente la società funiviaria Alpe Cermis è una realtà solida con un ricavo annuale di oltre sei milioni di euro e quasi tre milioni di passaggi (dati anno 2017).













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