L’indagine

Fatture false per 600.000 euro a Riva del Garda: individuate dalla Finanza dieci aziende "fantasma"

La società, amministrata da cinesi, operava come grande magazzino: i titolari delle ditte, che avrebbero dovuto svolgere prevalentemente il commercio di abbigliamento, in realtà lavoravano come operai o camerieri. Evase tasse per 250mila euro



TRENTO. È di oltre 660.000 euro il valore delle fatture false individuate dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Trento, che hanno portato alla luce un collaudato sistema di frode fiscale.

Le indagini, effettuate dai Finanzieri della Tenenza di Riva del Garda, hanno consentito di appurare che una società con sede a Riva del Garda, operante quale emporio e grande magazzino, amministrata da persone di origine cinese, ha contabilizzato, dal 2017 al 2021, fatture per l'acquisto di prodotti, in realtà mai esistiti, da ben 10 imprese "cartiere".

L'amministratore dell'azienda in questione ed i titolari delle imprese "cartiere" sono stati così denunciati, rispettivamente, per i reati di utilizzo e emissione di fatture per operazioni inesistenti. Si trattava, per lo più - precisa una nota - di aziende "fantasma", prive di una sede in cui operare, di dipendenti, di mezzi e locali idonei allo svolgimento di una normale attività imprenditoriale ed i cui titolari risultano irreperibili nel territorio dello Stato.

Emblematici, inoltre, i casi di alcune di esse: i titolari delle ditte, che avrebbero dovuto svolgere prevalentemente il commercio di abbigliamento in Lombardia, Toscana o in Veneto, in realtà vivevano in tutt'altra regione e lavoravano come operai o camerieri presso attività riconducibili a connazionali.

Nel corso delle attività investigative, coordinate dalla Procura di Venezia, competente in ragione del fatto che una delle imprese "cartiere" era già stata oggetto di pregresse indagini, le Fiamme Gialle dell'Alto Garda hanno riscontrato che l'unico scopo di queste aziende era quello di produrre false fatture utili a giustificare operazioni commerciali inesistenti e permettere alla società beneficiaria di evadere le imposte sul reddito (Ires) e l'Iva, quantificate in circa 250.000 euro.













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