Ex deputati, tagli record dei vitalizi
I conteggi del provvedimento votato ieri alla Camera per gli ex parlamentari locali: si arriva a decurtazioni fino al 79%
TRENTO. È arrivato il taglio ai vitalizi. Si parte con gli ex deputati. Il Movimento 5 Stelle ha festeggiato ieri pomeriggio davanti a Montecitorio con i palloncini gialli dopo il voto dell’Ufficio di presidenza della Camera alla delibera Fico.
Molti degli ex parlamentari annunciano il ricorso. I vitalizi degli ex deputati e gli assegni di reversibilità a vedovi e vedove sono stati ricalcolati in base al sistema contributivo. Restano i dubbi sulla tenuta costituzionale.
Queste sono le cifre sui tagli agli ex deputati altoatesini, in vigore da novembre, diffuse dalla Associazione degli ex parlamentari. Non si tratta però di elenchi completi, come precisa l’associazione: «Il primo elenco comprende i titolari di vitalizio che hanno avuto accesso al beneficio, di norma, fino alla XV legislatura. Il secondo elenco comprende i titolari di vitalizio che hanno avuto accesso al beneficio al termine della XVI legislatura. Non è disponibile l’elenco dei titolari di vitalizio che abbiano avuto accesso al beneficio al termine della XVII legislatura. Non sono disponibili i conteggi relativi alle reversibilità».
Per quanto riguarda i nomi disponibili, balza subito agli occhi il taglio di Ferruccio Pisoni, ex presidente della Trentini nel mondo, che vedrebbe passare il vitalizio da 8.400 euro a 1.748 euro lordi. Anche Alberto Ferrandi, parlamentare nelle file per Partito Comunista, subirebbe un taglio enorme, pari al 77%, passando da 4.725 euro lordi a 1.059. Taglio notevole anche per l’ex socialista e sottosegretario Mario Raffaelli (da 8.455 euro lordi a 3.205) e per Marco Boato, che con le sue sei legislature passerebbe da 10.009 euro lordi di vitalizio a 4.426. Luciano Azzolini, giornalista ed ex Dc, con tre legislature all’attivo, vedrebbe decurtato l’assegno del 53% (da 6.590 euro lordi a 3.092). Taglio importante per Sergio De Carneri, due legislature nel Partito Comunista, passerebbe da 4.725 euro lordi a 1.507 con una decurtazione del 68%. L’ex sottosegretario di Forza Italia Giancarlo Innocenzi è quello che se la caverebbe meglio, con un taglio “solo” del 38%, da 3.108 a 1.897. Infine Mauro Betta (-40%) e Lucia Fronza Crepaz, -41%, da 4.725 euro lordi a 2.726.