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Cgil Trentino, sconcerto e rabbia per l’ennesimo morto sul lavoro

Il sindacato: «In un anno vittime raddoppiate, un terzo sono lavoratori stranieri». «Provincia colpevolmente inerte, organi ispettivi sotto organico»



TRENTO. La Cgil e la Fillea del Trentino esprimono profondo sconcerto e rabbia per l'ennesimo incidente mortale sul lavoro che è costata la vita ad un ragazzo di soli 25 anni, questa mattina nei boschi della Val Sadole. La vittima è stata travolta da un tronco.

In attesa che si accertino le dinamiche di quanto accaduto e le eventuali responsabilità, il sindacato di Via Muredei esprime in primo luogo vicinanza e solidarietà ai familiari e ai colleghi del boscaiolo. «È il decimo lavoratore per il quale viene denunciato un infortunio mortale quest'anno. Ancora una volta - si legge in una nota della Cgil e Fillea del Trentino - è un ragazzo nel fiore degli anni a perdere la vita, il quarto in un anno a non aver potuto nemmeno raggiungere i trent'anni. Un elenco che si allunga mese dopo mese, con un aumento considerevole rispetto allo scorso anno».

Gli eventi mortali accertati dall'Inail fino a luglio, ultimo dato disponibile, sono stati 9, nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 5. «Con la decima vittima di oggi in un anno i morti per cause di lavoro sono raddoppiati. Gli incidenti mortali hanno riguardato in massima parte il comparto delle costruzioni (9 eventi su 15) e quello agricolo. Gli infortuni spesso coinvolgono i lavoratori stranieri: il 33% delle volte l'incidente sul lavoro coinvolge un immigrato. Lavoratori che spesso hanno difficoltà con la lingua e che non di rado si trovano in una condizione di maggiore bisogno e quindi più soggetti anche alle pressioni dei datori di lavoro». Secondo la Cgil e la Fillea del Trentino «sarebbe finalmente ora che a tutti i livelli, accanto alle parole di sconcerto, si affiancassero azioni concrete di prevenzione e controlli più serrati. Purtroppo però non possiamo che registrare, incidente dopo incidente, una colpevole inerzia della Provincia, mascherata da fatalismo. Non si possono fare prevenzione né controlli puntuali se non ci sono sufficienti risorse umane e oggi gli enti ispettivi sono in grave sotto organico. Per questo dopo mesi di inerzia serve dalla Giunta provinciale un intervento straordinario anche dal punto di vista degli investimenti». 













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