Catasto digitale, a giudizio 14 dirigenti della Regione: danno erariale per 5,4 milioni
La Procura contesta l’affidamento di incarichi a due società in house per lo sviluppo di sistemi informatici. Non avrebbero valutato soluzioni più convenienti per le casse pubbliche
BOLZANO. La procura della Corte dei Conti - sede di Trento - ha citato in giudizio 14 ex ed attuali dirigenti e funzionari di Regione, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano per l'opera di digitalizzazione del Libro fondiario e catasto e del Libro fondiario della Regione, accusati di aver optato per l'affidamento «in house» a società informatiche - a controllo pubblico - senza valutare attentamente la maggiore convenienza offerta sul mercato. Un'accusa che potrebbe costare loro un danno erariale di poco inferiore ai 5,5 milioni di euro, per la precisione 5.471.771,64 euro.
A fine dello scorso anno era stato reso noto infatti che l'invito a dedurre - firmato dal pubblico ministero Gianluca Albo - era stato inviato a ben diciannove persone in totale. A seguito di questo atto, tutti avevano presentato le controdeduzioni per la propria difesa, depositandole nei mesi successivi (fra gennaio e marzo di quest'anno). Nessuno di questi però avrebbe chiesto di essere ascoltato dal procuratore regionale. Ora, dunque, cinque di queste posizioni sono state archiviate, avendo avuto ruoli marginali nella vicenda.
Ad essere citati in giudizio rimangono in 14, attesi all'udienza che si terrà a dicembre prossimo. Si tratta di Alexander Steiner, Paolo Russo, Alfred Vedovelli e Michael Mayr, Paolo Amoretti, Antonella Chiusole, Robert Revolti, Cristiana Pretto, Luca Comper, Iole Manica, Michele Fantini, Diego Castelli, Franco Beber e Flavio Margonari. L'atto di citazione è stato notificato lo scorso venerdì. Alcuni in servizio presso la Regione, altri nelle due Province.
L'accusa formulata rimane sempre la stessa: il danno erariale contestato dalla Corte dei Conti, pari al risparmio (la cui somma rimane invariata intorno ai 5 milioni e mezzo di euro) verrà ripartito adesso - per quote diverse e a vario titolo, in base alla responsabilità - tra i 14 funzionari di alto livello.
Nel mirino, in particolare, la convenzione sottoscritta diversi anni fa dall'allora segretario generale della Regione, con l'allora Trentino Network (oggi incorporata in Trentino Digitale) e con Südtiroler Informatik. Alle due società a controllo pubblico, la Regione e le due Province avrebbero affidato numerosi incarichi, che spaziavano dallo sviluppo di applicazioni e sistemi informatici ad hoc alla manutenzione dei sistemi di information technology, dallo sviluppo di piattaforme online, al loro aggiornamento. Con la garanzia inoltre di poter fare affidamento anche su fornitori esterni per portare a termine gli incarichi. La Corte dei Conti, che aveva assegnato le indagini al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Trento, aveva contestato a dirigenti e funzionari una certa superficialità nella valutazione di quale potesse essere la migliore soluzione, dal punto di vista economico per le casse pubbliche. Altra accusa mossa a funzionari e dirigenti è quella di aver agito in modo da far risultare come soluzione migliore e più conveniente l'affidamento in house, affidando ad Assinter la redazione di un rapporto dal quale emergesse come le somme in gioco fossero in linea con quelle del mercato.