«A Riva c’è spazio per il grande basket»
Alla presentazione del libro che ripercorre la storia del Gs, Mellarini e Mattei rilanciano il movimento del pallone a spicchi
RIVA. L'over time del Giesse è fatto di oltre 300 pagine, un migliaio di foto, tantissimi ricordi ed una gran voglia di tornare ad esserci. Ieri nella sala della comunità di valle è stato presentato il volume curato dal giornalista Vittorio Colombo per raccontare 59 anni di storia del Gs Riva basket. Tra i numerosi presenti il primissimo presidente Mario Montagni ('54-'56) ed ovviamente l'ultimo Bruno Santi (199-2013) ed altri “colleghi” come Roberto Angiolini, Mario Pollini, Orlando Lorenzi, i famigliari di Enzo Santoni. E poi i giocatori che si sono susseguiti nelle varie epoche dalla serie D alla B, i dirigenti, gli sponsor, gli appassionati ed i volontari che con il loro lavoro disinteressato hanno contribuito alle fortune della società biancoazzurra.
Il bel libro, però, è stato anche il pretesto per tornare a parlare di basket, della culla regionale del pallone a spicchi: sia di quello sport importato in riva al lago a cavallo delle due guerre, la dove oggi c'è la Spiaggia degli Olivi - quello insegnato dal maestro Bagozzi, per capirci, divulgato poi per una vita dal suo allievo Francesco “Cianci” Amistadi e lanciato negli anni trenta dal pirotecnico Gigi Bonat - che di quello più moderno della Garda Cartiere. E per i tifosi rivani devono esser suonate come musica soave le parole pronunciate prima dell'assessore provinciale Tiziano Mellarini e poi dall'ingegner Paolo Mattei. «La Garda Cartiere intervenne per dovere – ha esordito l'ex presidente ed amministratore delegato delle Cartiere – perché era giusto, lo dovevamo alla città. Il nostro territorio deve far tornare ai vertici una squadra come è stato il Giesse. Viviamo in una zona florida, ricca e le risorse ci sono. Abbiamo aziende che con l'uno percento dei loro fatturati potrebbero riportare il basket rivano in alto. Questa squadra può rinascere, ne sono convinto».
Tra gli applausi emozionati degli appassionati presenti anche le parole di Mellarini sono state più che gradite «perchè non c'è dubbio – ha detto l'assessore – che Riva meriti qualche bella categoria superiore dell'attuale. Questo momento potrebbe anche rappresentare un rilancio e posso dirvi che la Provincia c'è».
Gli onori di casa li ha fatti Bruno Santi, l'ultimo presidente, colui che ha voluto fortemente il libro. «Ci voleva, lo dovevamo fare per non lasciare nulla in sospeso». E il ragioniere si è commosso più volte: quando ha salutato la figlia di Cianci Amistadi ed anche quando ha ricordato la scesa in campo di Garda Cartiere come primo sponsor. Per il sindaco Adalberto Mosaner: «Il Giesse significa ricordi di famiglia, emozioni forti, un intreccio di vite che gli sport di squadra sanno dare. Attività che insegnano a vivere e il Giesse lo ha fatto». Anche Mauro Malfer, presidente della comunità di valle, ha dichiarato di aver giocato a basket «ma poi il Cianci, sapendo che andavo anche alla Benacense, mi chiese di scegliere. Rimangono comunque anni in cui lo sport era educazione, si imparava anche stando in panchina».
Un libro «che va letto come una pagina della storia di Riva – ha commentato Mauro Pederzolli, presidente del comitato regionale della Fip – della sua gente. Per quanto riguarda l'oggi, invece, non posso che rammaricarmi per l'assenza in Busa di una struttura dignitosa, tante palestre adattate, ma manca ancora un palazzetto». Dal 1968 al 1995 il Gs Riva è stato anche “rosa” e a testimoniarlo erano in sala, tra le altre, le ex giocatrici Alessandra Zucchelli, Flavia Brunelli e Laura Zinetti. A Vittorio Colombo, in chiusura, il compito di raccontare in pillole il suo lavoro reso possibile anche dai numerosi appassionati che hanno partecipato con ricordi, aneddoti e fotografie.
©RIPRODUZIONE RISERVATA