Montagna

Il glaciologo del Muse: «Il destino dei ghiacciai è segnato, ora pensare ad azioni di mitigazione»

A fine secolo quelli del Triveneto saranno quasi completamente scomparsi. Casarotto dopo i recenti crolli sulle Dolomiti e la chiusura del passo del Cavento sul ghiacciaio di Lares: «Dobbiamo concentrarci sulle azioni di mitigazione»
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TRENTO. "I ghiacciai alpini hanno firmato il loro destino. O meglio, glielo abbiamo fatto firmare noi. Adesso dobbiamo concentrarci sulle azioni di mitigazione, con la riduzione delle emissioni di gas serra, e sulle azioni di adattamento per gestire un territorio senza ghiacciai. Ed è questo che è preoccupante: la mancanza di soluzioni messe in atto a livello globale". A dirlo all'Ansa è Christian Casarotto, glaciologo del Muse di Trento, dopo i recenti crolli sulle Dolomiti e la chiusura di Passo del Cavento che collega la Vedretta della Lobbia con il ghiacciaio di Lares.

Le attività di monitoraggio dei ghiacciai condotte dalla Provincia di Trento in collaborazione con la Sat e con il Museo delle scienze, prosegue il glaciologo, "restituiscono uno stato di elevata sofferenza che a fine secolo porterà i ghiacciai del Triveneto alla quasi totale scomparsa".

Secondo Casarotto quando si parla di azioni di adattamento, si parla anche di cambiare il proprio stile di vita e il modo di frequentare la montagna. "La valutazione degli alpinisti è una regola d'oro: deve essere fatta sempre. Le regole dell'alpinismo sono sempre le stesse, e valgono tuttora. È chiaro però che in questo momento gli alpinisti si trovano a compiere delle valutazioni soggettive che devono essere fatte di fronte a una montagna che cambia più velocemente", conclude Casarotto. 













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