Le ragazze, tutte tra i 22 e i 31 anni, venivano fatte prostituire in dieci diverse strutture ricettive distribuite tra le province di Trento, Bergamo, Padova, Mantova, Verona e Brescia. Il gruppo criminale gestiva l'attività attraverso annunci online, offrendo anche un servizio "a domicilio" con supplemento.