L’omaggio

Un’estate d’arte solandra per ricordare Bartolomeo Bezzi

Inaugurata la grande mostra celebrativa a Castel Caldes, per i cento anni dalla morte dell’artista: in arrivo iniziative e altre due esposizioni


Gigi Zoppello


CALDES. La Val di Sole è sempre stata terra di eccelsi pittori. E in questa estate 2023 si celebra uno dei più illustri: Bartolomeo Bezzi, del quale si ricorda il centenario della morte, e che fu un protagonista del suo tempo.

Nato a Fucine il 6 febbraio 1851, come ricordano i registri parrocchiali « figlio di Domenico dei Nadai de Cusian e di Luigia Taraboi», formatosi all'Accademia di Brera di Milano, trasferitosi a Venezia, ha soggiornato e lavorato a lungo a Verona e vissuto gli ultimi anni della sua vita a Cles, borgo d'origine della moglie Isabella Dal Lago, dove è morto il 8 ottobre 1923.In realtà la sua vita fu più avventurosa e travagliata: Bartolomeo Teofilo Ismaele Bezzi (questo il nome completo), era figlio di un geometra e grande appassionato d'arte. Ma nel 1862 rimase orfano di padre. Non era ancora un artista, e da orfano lasciò Fucine per cercare fortuna come venditore ambulante.

Solo dieci anni dopo, nel 1870, stanco di quel tipo di vita, grazie ai risparmi e all'aiuto di un cugino e dello zio don Ambrogio, prete a Pellizzano, decise di iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Brera. Qui diventò allievo di Giuseppe Bertini e nel corso degli studi si fece ben presto notare e, già nel secondo anno riuscì ad ottenere menzioni e medaglie coi suoi lavori. In quegli anni, inoltre, frequentò un gruppo di giovani artisti dallo spirito rinnovatore ed anti-accademico e partecipò attivamente ai dibattiti sull'impressionismo francese.

Da sempre annoverato tra i più importanti pittori trentini, Bartolomeo Bezzi fu anche uno dei principali promotori artistici nell'Italia del suo tempo. Le celebrazioni per Bezzi hanno il loro fulcro nella grande mostra celebrativa che, inaugurata venerdì scorso, fino al 5 novembre sarà ospitata a Castel Caldes. La mostra, curata da Roberto Pancheri, cade nel centenario della morte dell'artista ed è parte di un più vasto progetto culturale che prevede, nel corso dell'anno, ulteriori tappe espositive alla Biblioteca della Torraccia di Terzolas, al Palazzo Assessorile di Cles e al Mart di Rovereto, in un percorso coordinato di riscoperta di un artista di statura nazionale, ma con radici saldamente ancorate in Trentino.

La fama di Bezzi è legata principalmente ai paesaggi, ma la sua attività creativa fu molto più ricca e articolata di quanto la critica gli abbia finora riconosciuto. Lo rivelano i quaranta dipinti esposti a Castel Caldes - alcuni dei quali per la prima volta - cui si aggiungono opere grafiche, fotografie d'epoca, lettere e documenti utili alla ricostruzione della biografia del pittore. L'esposizione di una serie di schizzi e bozzetti preparatori ricostruisce per la prima volta la genesi di un dipinto perduto, il più grande mai eseguito da Bezzi.

Si tratta del pannello decorativo realizzato nel 1909 per il salone dell'Hotel Mendelhof al Passo Mendola, che rielaborava un tema particolarmente caro al pittore, quello delle donne al lavoro presso una fontana, già affrontato nel 1893 nell'opera «Vigilia della sagra», con cui Bezzi si presentò all'Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera. L'originale approccio dell'artista alla figura umana è documentato da una serie di ritratti e da alcuni vivaci dipinti di genere. La sua vicinanza alla poetica del verismo è ben rappresentata dalle scene di vita quotidiana, ambientate in contesti rurali o nelle amate città di Verona e Venezia.

Tra i dipinti di soggetto veneziano primeggia il celebre «Canal Grande», del 1893, cui si affianca «Giorno di Magro», nel quale l'artista coglie "dal vero" le donne al mercato del pesce in Campo Santa Margherita: un capolavoro del 1895 premiato all'Esposizione Universale di Parigi, inedita replica della più nota versione acquistata alla Biennale di Venezia da re Umberto I.

Fra le altre iniziative, il Comune di Ossana con la collaborazione del Centro Studi Val di Sole ospiterà il 24 agosto una giornata di studio dal titolo «Bartolomeo Bezzi - Un protagonista dimenticato dell'arte italiana fra Ottocento e Novecento».Inoltre a fine estate indirà un concorso per un'opera d'arte originale dedicata all'artista. Al Palazzo Assessorile di Cles dal 23 settembre 2023 al 7 gennaio 2024 si terrà la mostra monografica, curata da Marcello Nebl con la collaborazione di Warin Dusatti, con oltre cinquanta opere.

Al Mart di Rovereto dal 6 dicembre 2023 al 3 marzo 2024 si terrà la mostra-focus curata di Margherita de Pilati, che vedrà esposte una ventina di opere di grande dimensioni con cui Bartolomeo Bezzi si fece conoscere ed amare dai collezionisti e dai critici d'arte del suo tempo.













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