Il Trentino nella Grande Guerra: il dilemma italiano
La guerra sta diventando mondiale, i trentini combattono sotto la bandiera austroungarica, mentre in Italia si dibatte sul ruolo dell’Italia. E le simpatie non sono per l’Austria.
La guerra sta diventando mondiale, i trentini combattono sotto la bandiera austroungarica, mentre in Italia si dibatte sul ruolo dell’Italia. E le simpatie non sono per l’Austria.
Taulero Zulberti, che sarà eminente giornalista, descrive nei suoi appunti di guerra, scritti in al fronte in Galizia, dove serviva come Kaiserjäger, la tragedia della guerra di trincea: la fame, il freddo, il fango, il terrore dei soldati che si uccidono prima di essere mandati allo sbaraglio.
I combattimenti nei Carpazi continuano, in Galizia gli attacchi russi vengono contenuti. Migliaia di soldati trentini partecipano alla battaglia di Przemysl, fortezza austriaca in Galizia, che viene assediata ed espugnata dai russi.
È dicembre, vento e gelo battono il Trentino, e al fronte si muore assiderati. La speranza di una guerra breve si è spenta, così come quella di un ritorno a casa per il Natale.
Sul fronte occidentale si combatte tra trincee e filo spinato, in cielo gli aerei mitragliano e bombardano, affrontando terribili duelli. Sul fronte orientale la guerra è meno tecnologica e più rusticana. Quello che non cambia è il risultato: una strage.
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L'appello alla pace del papa passa inosservato, la voce dei cannoni è troppo forte. In Trentino i giornali cominciano a pubblicare le liste dei caduti, con i nomi dei "nostri morti".
I risultati definitivi: la Lega al terzo posto con l'11,54%, davanti ad Alleanza Verdi Sinistra (7,92%), Svp (7,14%) e Forza Italia - Noi Moderati (4,99%)
La guerra diventa una guerra di trincea, e i massacri si susseguono. In Italia le manifestazione a favore della guerra contro l’Austria sono quasi quotidiane. Cesare Battisti è uno dei protagonisti di quelle giornate.
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