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Il Trentino nella Grande Guerra: si apre il fronte italiano

A Trento i giornali agonizzano, stretti tra la censura e la tragedia della guerra. A occupare sempre più spazio sono gli elenchi dei caduti al fronte. Alcide Degasperi, consigliere comunale, e il vice podestà Giuseppe Menestrina prendono il treno diretto a Innsbruck. L’obiettivo: invocare provvedimenti a tutela della popolazione trentina, mentre ai confini meridionali si ammassano le truppe dei due eserciti. Si apre il fronte italiano.

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Il Trentino nella Grande Guerra: l'orrore è ovunque

Bastano poche settimane per conoscere la realtà della guerra. La sofferenza è quotidiana. L’orrore è ovunque. I giornali lo raccontano ma l’impeto patriottico non ne risente. Nel Regno d’Italia, la retorica della “guerra italiana” per i fratelli delle terre irredente fa molta presa, persone sui giovani studenti.



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Il Trentino nella Grande Guerra: 200 grammi di farina al giorno

Il pane si vende con la tessera: i giornali protestano e reclamano l’aumento della razione della polenta. Il Trentino comincia a sentire la fame. Il limite massimo giornaliere di 200 grammi di farina, stabilito dal governo centrale e per i quali le donne si mettono in coda ai magazzini comunali, rischia di mettere in ginocchio le famiglie, che proprio nella polenta hanno la principale fonte di nutrimento.







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Il Trentino nella Grande Guerra: uomini al fronte, scolari nei campi

In Trentino vengono esonerati dalla scuola i ragazzi che possono essere utili nei campi, visto che gli uomini sono al fronte; gli altri vengono organizzati in squadre di lavoro. Vienna risponde e mette le scuole al servizio del lavoro: è uno degli aspetti dell’economia di guerra. Intanto i giornali cominciano a parlare delle trattative tra Austria e Italia.