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L’allarme di Upipa: «Centinaia di persone in attesa per le Rsa, servono più posti»

L’invecchiamento della popolazione impone scelte e politiche lungimiranti: «Entro il 2070 gli ultranovantenni saranno il doppio»



TRENTO. "Pensare di affrontare questo 'tsunami' demografico senza aumentare il numero di case di riposo e posti letto è, lo dico senza mezze misure, miope. Su questo fronte ci siamo anche oggi, ma sia chiaro che non basterà, se non ci saranno nuovi posti letto per rispondere a esigenze, spesso drammatiche, di persone e famiglie".

Lo afferma, in una nota, la presidente di Upipa, Michela Chiogna, commentando le misure provinciali per la terza età e i dati dell'Ipat, che prevedono un raddoppio delle persone ultranovantenni entro il 2070. "Ci sono centinaia di persone in attesa di un posto in Rsa e spesso le loro famiglie vivono veri e propri drammi. Non so se chi ne parla si rende conto di cosa significhi gestire in casa un anziano non autosufficiente, magari con demenza o Alzheimer. Se si pensa all'invecchiamento attivo come soluzione, ci chiediamo: delegheremo ai settantenni il ruolo di badanti di genitori centenari?", aggiunge Chiogna.

A nome di Upipa, che unisce le 50 Rsa gestite dalle 42 Apsp del Trentino, Chiogna interviene anche sulle politiche a favore della domiciliarità, evidenziando come il sistema danese si attivi al compimento dei 65 anni e di come le abitazioni degli anziani non siano spesso accessibili a chi ha scarsa mobilità, e sulla carenza di personale sanitario. "Se si vogliono ottenere risultati in grado di tenere insieme qualità della vita delle persone e sostenibilità economica in prospettiva bisogna agire contemporaneamente su tre livelli: promuovere una diversa cultura dell'invecchiamento, sostenere chi si trova in situazioni di potenziale fragilità, dare risposte tempestive (residenziali o di adeguata intensità di cura a domicilio) a tutti coloro che oggi sono gravemente non autosufficienti", conclude Chiogna.













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