Presidenza Fisi, Di Centa candidata grintosa
L’ex campionessa: «Non ho nulla da nascondere, chi mi ha accusato di doping è stato diffidato»
MILANO. Leadership, competenza, trasparenza, condivisione, passione. Sono questi i pilastri del programma della campionessa olimpica di sci di fondo Manuela Di Centa, nella sua candidatura per la presidenza della Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali). Dopo l’annuncio, arrivato al termine della 50 km di fondo ai Giochi olimpici di Sochi, la friulana ha iniziato ieri la sua campagna con la presentazione del suo programma ai giornalisti. Le elezioni, che si terranno a Bologna il prossimo 12 aprile, sono alle porte e gli avversari di Manuela (il presidente uscente Flavio Roda e il presidente del Comitato Alpi Occidentali Pietro Marocco) sono più che mai agguerriti, ma l’ex deputata lancia la sfida: «Guidare la Federazione è una prova difficile ma entusiasmante. Ce la metterò tutta. Mi metto a disposizione perché ho ricevuto tanto da questo sport e qualcosa voglio a mia volta fare: dare la possibilità ad ogni bambino di sognare e amare la neve. La parte agonistica è importante, ma se non troviamo bambini che si appassionano non troveremo mai campione».
La Di Centa è però consapevole che essere a capo di una federazione significa anche tessere alleanze e combattere battaglie più “politiche”. «L’unica vera alleanza che farò sarà con la base, con gli sci club e con i corpi militari - ha ribadito la cinquantunenne membro del Cio e della giunta Coni - Ci vuole più dialogo dentro e fuori dalla Federazione, più visibilità. Insomma una FISI 2.0 che sia trasparente, interattiva e puntuale. Daremo anche la giusta rilevanza al rapporto con la scuola».
La friulana, che ha dichiarato di non aver nulla da nascondere relativamente al suo passato di atleta («La giustizia ha fatto il suo corso. Chi ha provato ad accusarmi ingiustamente di doping è stato diffidato»), qualora venisse eletta sarebbe la prima donna alla guida di una federazione importante in Italia. «Ho già aperto una porta del genere al Cio e al Coni. Sono pronto a farlo anche alla Fisi. Oggi gran parte dei tecnici e delle persone impegnate ad alto livello nelle varie discipline sono uomini, ma se cambia la testa può cambiare qualcosa ai livelli più bassi. Di sicuro non ci saranno preclusioni».
Infine uno sguardo allo sci di fondo italiano esattamente a 20 dai trionfi di Lillehammer: «Non dobbiamo ripartire da zero perché quando ho iniziato io la situazione era ancora peggiore, ma di certo abbiamo fatto dei passi indietro. Questi ragazzi hanno bisogno di lavorare, poi qualcosa salterà sicuramente fuori. 15 anni fa la Svezia era in crisi mentre ora vince tutto. È una ruota, ora tocca a noi farla girare».