FALUN (Svezia). All'imbocco del rettilineo finale era oro. A 50 metri dall'arrivo argento. Sulla linea del traguardo è quinto, a soli 67 centesimi dal vincitore Petter Northug e a pochi centimetri dal podio. Quello della sprint in tecnica classica che ha aperto i Mondiali di sci nordico di Falun, in Svezia, è stato un finale da “Pelle” d'oca, dove “Pelle” sta per Pellegrino, a un passo da una storica medaglia: troppo lungo il rettilineo conclusivo per il valdostano. Sarebbero bastati 10-15 metri in meno. Il quinto posto rappresenta comunque un risultato di assoluto prestigio per i colori azzurri, che mai sono andati tanto d'accordo con il passo alternato e che, nella rassegna iridata del 2013 in Val di Fiemme, si dovettero accontentare del decimo posto di Fabio Pasini e del dodicesimo di Pellegrino.
Il valdostano, vincitore in stagione di tre sprint (tutte in tecnica libera), ha dato dimostrazione di tutto il proprio talento e acume tattico: quindicesimo in qualifica, vincitore del proprio quarto di finale e poi secondo in semifinale, sempre con il pieno controllo della situazione. Le due dure salite inserite nel percorso (1400 metri in totale) sembravano potergli fare da trampolino di lancio verso una storica medaglia, che avrebbe riportato l'Italia sul podio di una sprint iridata a distanza di 14 anni dall'argento di Cristian Zorzi (Lathi 2001). Lo stesso campione fassano, che in stagione ha collaborato con il team azzurro come tecnico dei materiali, non sarà certo contento di aver mantenuto il primato, lui che più volte si è detto grande estimatore del nuovo talento dell'Italfondo.
Sull'ultima rampa, Pellegrino ha azionato il turbo e ha lasciato sul posto niente meno che Northug, tornatogli sotto poco prima dell'ingresso sul rettilineo finale. Il poliziotto di Nus ha pagato proprio il dritto conclusivo, ma ha corso da protagonista, con personalità, in una tecnica nella quale ha imparato ad andare forte ma che non è propriamente la sua. Alla fine l'oro è andato proprio a Northug, che ha preceduto al fotofinish il canadese Alex harvey, mentre il bronzo è finito al collo dell'ex campione del mondo Ola Vigen Hattestad.
«Ci ho creduto tanto, ci ho provato ed è andata bene fino a pochi metri dalla fine – spiega Pellegrino - Sarò ancora più forte la prossima volta. Affronterò la team sprint di domenica (dove ad affiancarlo saranno uno tra Noeckler, Clara e De Fabiani, ndr) con ancora maggiore voglia di conquistare una medaglia. La tattica di gara era quella giusta ed era studiata bene. Ho ancora molto da imparare nel passo spinta. Non ho nessun rammarico, ho calcolato tutto nei minimi dettagli. Comunque sia un quinto posto è un bel piazzamento, anche se a un Mondiale contano solo le medaglie».
Buona gara anche per il valtellinese Maicol Rastelli, fuori nei quarti con onore e alla fine 15esimo. Nella sprint femminile, invece, nulla da fare per la fiemmese Gaia Vuerich, 33esima ed esclusa per poco dalle batterie ad eliminazione. La vittoria è andata come da pronostico alla norvegese Martit Bjoergen, che si è imposta di autorità e potenza in finale, precedendo la 21enne svedese Stina Nilsson e la compagna di squadra Maiken Caspersen Falla. Buona la gara della giovane azzurra Francesca Baudin (15esima), fuori nei quarti dopo una bella qualificazione.