Eccellenza, che disastro il Rovereto

Le “zebrette” tornano mestamente in Promozione a otto anni di distanza dall'ultima volta


Daniele Loss


TRENTO. La matematica lasciava aperta ancora una piccolissima porta, ma forse nemmeno gli stessi giocatori bianconeri ci credevano più: la sconfitta di domenica nel derby “tra disperate” contro il Vallagarina ha sancito la matematica retrocessione del Rovereto. Le “zebrette” tornano mestamente in Promozione a otto anni di distanza dall'ultima volta: nel 2004 la squadra, guidata all'epoca da Enzo Cuel, vinse il massimo torneo provinciale, conquistando il salto in Eccellenza. Da allora alcuni campionati in trincea, ma anche tre stagioni positive che hanno visto il Rovereto arrivare tra le prime cinque del torneo. Prima della crisi societaria che ha portato ad una salvezza acciuffata per i capelli al termine della passata stagione e alla retrocessione quest'anno.

«Il verdetto matematico è arrivato domenica – racconta Massimo Spagnolli, capitano del Rovereto – anche se di fatto eravamo condannati alla retrocessione già da un paio di mesi. A questo punto non ci resta altro da fare che rimboccarci le maniche fino al termine del campionato ed evitare figuracce».

Obiettivamente la rosa non era all'altezza della categoria e poi la difficile situazione della società ha complicato ulteriormente le cose.

«Siamo partiti benino e poi ci siamo scontrati con la dura realtà dell'Eccellenza. I problemi esterni al campo non ci hanno aiutato. Anzi».

A dicembre il Trento l'ha cercata, ma lei ha rifiutato. Un esempio, raro al giorno d'oggi, di fedeltà all'impegno preso ad inizio stagione.

«E' vero, ho detto no al Trento, ma avevo dato la parola al Rovereto e quindi non potevo andarmene a metà stagione».

Gli anni sono 39: cosa farà Max Spagnolli? Smetterà o lo vedremo ancora sui campi?

«Non lo so e rispondere ora, dopo la delusione per la retrocessione, non avrebbe senso. Il fisico regge e io mi vedo ancora in campo, almeno per un'altra stagione».

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