Doping

Donati: "Schwazer merita il mio aiuto"

"Ha detto la verità su molti aspetti della vicenda, è quello che gli avevo chiesto"


Marco Marangoni


ROMA. “La condizione fondamentale che avevo posto ad Alex, finalizzata ad un qualsiasi tipo di collaborazione con me, era quella che doveva dire la verità su molti aspetti della vicenda che per mio conto non erano mai stati chiariti. Trovare il coraggio di farlo non è stato facile ma alla fine l’ha fatto”. Sandro Donati, il paladino per eccellenza della lotta al doping in Italia, è persona riservata e che non vuole rivelare nulla prima dell’attesa odierna conferenza stampa che si terrà a Roma. “Alex doveva dire la verità non a me, ma prima di tutto ai magistrati. Da quel che ho appreso sono stati soddisfatti della sua collaborazione, era il segnale che aspettavo. Voglio essere partecipe del suo rinnovamento - ha proseguito Donati -. Non voglio anticipare nulla, posso solo dire che considerando il mio passato nella lotta al doping non posso commettere passi falsi”.

Con oggi Donati ritornerà, dopo parecchi anni, a seguire in presa diretta un atleta. Lo aveva fatto negli anni ‘70 ed ‘80 quando fu allenatore, anche in seno alle nazionali azzurre, di velocità e mezzofondo. Il 67enne maestro dello sport, assieme al marciatore altoatesino attualmente squalificato per aver assunto eritropoietina (fino al 29 aprile 2016), oggi presenteranno la "mission Rio 2016" che ha come obiettivo la partecipazione di Alex ai Giochi. Solo dopo che Alex ha deposto presso la Procura della Repubblica di Bolzano una memoria supplementare di cinque paginette, la collaborazione è iniziata. Su quello che sarà detto e soprattutto annunciato vige il massimo riserbo. Schwazer, tra le tante cose, dirà che vorrà applicare da subito un regolamento personalizzato e che tutti saranno liberi di attuarlo. Si tratta della cancellazione della reperibilità sia di luogo che dell’orario di un atleta. Alex sosterrà che il controllo ematico e delle urine potrà essere effettuato ovunque anche se non in prossimità delle Olimpiadi. Insomma, basta più inserire nell’RTP (Registered Testing Pool) i dati che servono per essere reperibili. Ciò significa che per lui i Whereabouts non avrebbero più alcun senso di esistere.

Dopo l’odierna conferenza stampa, la difesa del marciatore altoatesino presenterà istanza di sospensione della prima squalifica, quella con scadenza il 29 gennaio 2016. Un iter a cui occorrerà un paio di mesi e dove servirà anche il benestare da parte della federazione mondiale (Iaaf) presso la quale sono depositate le due sentenze di squalifica. Ovviamente l’autorità giudiziaria bolzanina invierà la documentazione a quella sportiva affinché possa prendere atto dell’ulteriore collaborazione. Alex ha scelto Roma come città della rinascita e del riscatto.

 













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