la storia

Dieci giorni per correre sulle vette del Trentino

Si chiama “Ultra Trail della Farfalla” ed è la scommessa impossibile di un 24enne di Trento (Attila Dalla Palma) che concatenerà le nostre montagne più importanti


Luca Pianesi


TRENTO. Dieci giorni tra boschi e vallate da percorrere rigorosamente di corsa e in bicicletta. Oltre 25 mila metri di dislivello da affrontare, tra vette da scalare e discese da vivere col fiato sospeso. E poi barrette energetiche, sudore, fatica e la sera, per tetto, un cielo di stelle. Attila Dalla Palma, è pronto. A giorni (i piani prevedono che parta il 4 giugno anche se il mal tempo potrebbe costringerlo a posticipare di qualche giorno e la partenza potrebbe essere rimandata al 22 giugno) si lancerà in un’avventura nata per gioco, per una scommessa tra amici, ma che ancor prima di cominciare ha già assunto i crismi dell’impresa vera, di quelle che attirano l’attenzione anche di grandi sponsor come La Sportiva, Patagonia, Fondriest, Garmin.

Il nome del progetto è “Ultra Trail della Farfalla”. La mission? Concatenare di corsa, in 10 giorni, tutte le montagne più importanti del Trentino toccandone le principali vette. Il protagonista è lui, Attila Dalla Palma, nato a Rovereto esattamente 24 anni fa (il 2 giugno è il suo compleanno) vissuto per lungo tempo con la sua famiglia sull’Altopiano di Folgaria, per poi trasferirsi a Trento per concludere le scuole e per lavorare.

«Sono un trentino vero – racconta – di quelli cresciuti tra alpinismo e arrampicata sportiva, alternando lo sci in pista alla corsa in montagna, il trekking alla bicicletta. Passioni che hanno la montagna come trait d’union ed è proprio la montagna l’ambiente che preferisco. La vivo da sempre in tutte le sue forme e ho deciso che prima di andarmene (a novembre si trasferirà a Courmayer per lavoro ndr) “toccherò” di persona tutte le principali vette del Trentino. Il più del tempo lo passerò correndo tra sentieri e strade bianche, anche se nei tratti di pianura, per esempio quello tra Ravina e Rovereto, userò la bici da corsa. Il piano è concludere il percorso in 10 giorni. Per riuscirci non mi fermerò mai se non per dormire. Una macchina, infatti, mi accompagnerà durante il viaggio. A bordo ci sarà la mia fisioterapista e la mia nutrizionista e poco prima di fermarmi per la notte saranno loro a passarmi il sacco a pelo che metterò nel mio zaino super leggero, da 12 litri, e che terrò sulle spalle finché il fisico non mi consiglierà di fermarmi per dormire sotto le stelle».

Durante la giornata Attila si nutrirà con barrette energetiche e bevande a base proteica e dagli alti contenuti di carboidrati. Il tutto per un percorso che il giovane ha preferito non quantificare in termini numerici «non vorrei spaventarmi troppo - sorride - anche se mi hanno detto che dovrò affrontare un dislivello tra i 25 e 30 mila metri e all’incirca 800 chilometri di corsa». Una missione quasi impossibile per un ragazzo che non ha mai preso parte a competizioni agonistiche, gare, o manifestazioni sportive, nata dopo che un amico di Attila lo ha “provocato” dicendogli che non ce l’avrebbe mai fatta.

«Quello è stato l’imput per lanciarmi nell’impresa. Una sfida che con me stesso - aggiunge - perché non mi ha mai interessato l’agonismo. Da ragazzino ho fatto sci ma da molti anni è la corsa la mia grande passione. Mi alleno quattro volte alla settimana e il mio tragitto standard è Aldeno - Rovereto che percorro mantenendo una media di 13 chilometri all’ora. Poi, da qualche mese, per prepararmi all’impresa, ho cominciato ad andare molto in bicicletta. Ma non ho mai gareggiato. Non mi interessa battere di 3 secondi il mio avversario o perdere di 10 e, per questo, vivere la natura in maniera frenetica. La montagna merita di essere apprezzata in tutte le sue sfaccettature».













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