scuola

Insegnanti in coda a Trento per firmare la petizione contro il Green pass obbligatorio

In via Vannetti lunga fila di docenti contrari a quello che i sindacati hanno definito un diktat



TRENTO. Decine di insegnanti in coda stamane in  via Vannetti, a Trento, per firmare la petizione la petizione nazionale contro il Green Pass obbligatorio.

Nei giorni scorsi l’Anief si è detto pronto allo sciopero. Dura la presa di posizione dei sindacati di categoria, a livello nazionale. Basta "diktat", si afferma: "la scuola non si riapre per decreto", serve il "confronto".

 "La decisione di adottare il green pass per il personale scolastico, con relative sanzioni in caso di inadempienza, è stata assunta dal Governo in modo unilaterale, nonostante la Amministrazione Scolastica e Sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza. Anche per questa ragione, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali". Lo scrivevano in una nota unitaria i sindacati della scuola.

"Se certamente qualsiasi intervento da parte dell'Amministrazione sul rapporto di lavoro dei suoi dipendenti deve trovare un preliminare confronto con le parti sociali, al di là di un giudizio di merito sull'utilità e sulla legittimità della norma introdotta, ci si chiede ad esempio come tale obbligo si potrà estendere al personale precario, le cui prestazioni si richiedono nel giro di poche ore e più in generale come si intendono condurre gli accertamenti e le procedure sanzionatorie introdotte dal Governo".













Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza