Classi pollaio, la Consulta dei genitori del Trentino avverte la Provincia: “Ci ripensi”
Il presidente Freschi ricorda che c’è il rischio di recrudescenze pandemiche e la possibilità che si debba ricorrere al distanziamento (foto tema Ansa)
LEGGI ANCHE: La Provincia ha deciso: a vuoto le proteste di genitori e ragazzi
LA LETTERA: Gli alunni delle medie di Baselga di Piné a Fugatti: “Non rimescolateci di nuovo”
LA PROTESTA: Sit-in per strada davanti alle Bronzetti - Segantini
FOTO: Ad Arco la manifestazione di genitori e ragazzi contro la Provincia --- A Trento la grande adunata delle famiglie No Dad
TRENTO. Servono correttivi per scongiurare il ritorno alle “classi pollaio”. Lo afferma in un lungo intervento Maurizio Freschi, presidente della Consulta Provinciale Genitori della Provincia Autonoma di Trento.
La giunta provinciale ha infatti confermato la propria decisione di tornare al numero di classi, e al numero di alunni per classe, in vigore prima della pandemia. Ma nessuno assicura - afferma Freschi – che non si debba invece tornare a misure di distanziamento, di fronte al rischio di “possibili recrudescenze pandemiche”. Ne va della salute e anche del futuro dei ragazzi.
Ecco la lettera, in versione integrale: “Si sta discutendo molto della composizione dei futuri gruppi classe per l’anno scolastico 2021/2022, purtroppo tutte le argomentazioni sostenute da Dipartimento e Assessorato in questi giorni vertono unicamente sulla mancanza di risorse economiche e su dati statistici limitati al numero dei gruppi classe, al numero massimo dei componenti e riferimenti a medie provinciali e nazionali.
Tutto questo ha poco senso e sarebbe estremamente riduttivo se non rapportato alle reali ampiezze delle aule in cui accogliere tali gruppi e ad una attenta analisi dei bisogni e delle fragilità all’interno di ogni classe.
Lo scorso anno per adeguare i gruppi classe alle reali dimensioni delle aule e al distanziamento previsto dai protocolli sanitari sono state create 233 classi oltre a quelle già previste in base ai parametri provinciali a cui si è deciso di ritornare con la delibera del 26/02/2021.
A questo punto nascono alcuni quesiti:
- si può ragionevolmente affermare che nel prossimo a.s.2021/2022 non sarà previsto alcun distanziamento all’interno delle aule?
- se si volesse affermare che le aule sono adeguatamente capienti anche in caso di distanziamento previsto da protocolli sanitari quali sarebbero le motivazioni che hanno portato alle 233 classi aggiuntive?
- si può garantire che tali decisioni non costringeranno nuovamente gli studenti in DAD?
Gli effetti degli stravolgimenti della quotidianità e delle limitazioni alla socialità per alunni e studenti hanno causato un significativo aumento del disagio psicologico con ripercussioni sulla salute psicofisica dei giovani, per tale motivo ci si chiede come possa essere ritenuto prioritario un risparmio economico al benessere dei nostri figli.
Aggiungiamo inoltre che come sottolineato anche da recenti studi e ribadito al Festival dell’Economia di Trento da Andrea Gavosto (economista e direttore della Fondazione Giovanni Agnelli) gli effetti delle chiusure (e della DAD) di questi due anni scolastici hanno un impatto fortemente negativo (es. sulle conoscenze e le competenze in ambito matematico scientifico si ipotizza fino a -55% rispetto agli anni precedenti), ogni settimana persa di scolarizzazione inciderà pesantemente sul reddito futuro dei nostri studenti (37 settimane corrispondono a una perdita del 7,5% di guadagni futuri), si evidenzia un significativo aumento delle disuguaglianze sociali e, molto più preoccupante, si riscontrano ripercussioni estremamente negative dal punto di vista psicologico e relazionale dei ragazzi.
Sempre al Festival dell’Economia di Trento, sia Ilaria Capua che Walter Ricciardi si sono espressi chiaramente sull’esigenza di non abbassare la guardia di fronte a possibili recrudescenze pandemiche.
Inoltre lo stesso generale Figliuolo in audizione alla Commissione Bilancio della Camera ha dichiarato che “finché il vaccino resterà non obbligatorio a settembre potremmo avere classi scolastiche a macchia di leopardo con soggetti non vaccinati … nessuno mai deve essere discriminato … chi organizza dovrà mettere in campo tutto quello che è possibile per rendere sicura la permanenza negli istituti scolastici”.
Date le voci autorevoli che ribadiscono necessità di cautela, programmazione attenta e rispetto del diritto all’istruzione dei nostri giovani ci si chiede:
- quale la ratio che muove le scelte della politica provinciale trentina?
- tali soluzioni sono frutto di una decisione politica o delegate al Dipartimento Istruzione?
- si è calcolato quanto questo piccolo risparmio a breve termine inciderà sui redditi futuri dei nostri giovani?
Alla luce di tutto questo e dopo le richieste di dirigenti scolastici, docenti, genitori e studenti sarebbe opportuna una riflessione sugli ipotetici benefici o i potenziali danni di tale orientamento ed apportare, per tempo, correttivi adeguati dando informazioni chiare e rassicuranti per l’utenza”.