Il massaggio cardiaco in alta quota? Peggiora già dopo un minuto
Il nuovo studio dell’Eurac di Bolzano all’interno del simulatore dei ambienti esterni “terraXcube” (foto Simone Padovani)
BOLZANO. Negli interventi ad alta quota, a 3.000 metri e ancor più a 5.000, la qualità del massaggio cardiaco peggiora dopo 60-90 secondi. Lo ha dimostrato l'équipe di medicina d'emergenza di Eurac Research di Bolzano con un esperimento condotto nel "terraXcube", il simulatore di ambienti estremi, nel quale si sono riprodotte le condizioni di ipossia, in collaborazione con la Commissione internazionale per il soccorso alpino (Icar) e con il supporto della Croce Bianca.
Una cinquantina tra medici, tecnici, piloti e personale paramedico provenienti da Svizzera, Germania, Italia e Austria hanno partecipato a più riprese a varie prove a 200, 3.000 e 5.000 metri: hanno effettuato massaggi cardiaci su un manichino che registrava la posizione delle mani, la frequenza delle spinte e la loro profondità.
Nel frattempo, al di là del vetro, nella camera di controllo, il team di ricerca li monitorava: frequenza respiratoria, saturazione e ritmo cardiaco.
«Inizialmente la frequenza e la profondità delle compressioni sono nella norma. Successivamente, a 3.000 metri e a maggior ragione a 5.000, dopo un minuto, un minuto e mezzo la profondità delle compressioni diminuisce sotto la soglia prevista di cinque-sei centimetri. Anche i tempi di reazione sono un po' più lenti», spiega Giacomo Strapazzon, vicedirettore dell'Istituto per la medicina d'emergenza in montagna di Eurac Research e responsabile dello studio, con Anna Vögele e Michiel van Veelen.
La causa del degrado delle prestazioni è da ricercarsi nell'effetto della rarefazione dell'ossigeno. A 5.000 metri il team di ricerca ha registrato cali significativi della saturazione d'ossigeno che hanno raggiunto picchi sotto al 78 per cento (la norma è attorno al 98 per cento).
«Lo studio ci suggerisce che le linee guida si possono migliorare: sarebbe opportuno anticipare il cambio nel massaggio cardiaco prima dei due minuti previsti oggi, oppure si può pensare di prevedere i massaggiatori automatici tra le attrezzature standard negli elicotteri che intervengono in quota», conclude Strapazzon.